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Alessandro Di Battista: 'Difesa patetica, giornalisti chiedano scusa'

Alessandro Di Battista: 'Difesa patetica, giornalisti chiedano scusa'

'Manifestazioni? Vadano dagli editori. Ecco quali sono liberi'

ROMA, 13 novembre 2018, 11:53

Redazione ANSA

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Alessandro Di Battista - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Di Battista - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alessandro Di Battista - RIPRODUZIONE RISERVATA

"E' partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico. Quando per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi, per la difesa a spada tratta di un sistema morente, per aver avallato il neoliberismo e tutte le sue nefandezze, partono con la solita litania: 'giù le mani dall'informazione'". Così Alessandro Di Battista, in un post in cui torna ad attaccare la stampa per la vicenda Raggi, definisce, tra l'altro, giornalisti e editori "sepolcri imbiancati".

    "Ben vengano le manifestazioni per la libertà di stampa, solo che andrebbero fatte in Svizzera sotto casa di De Benedetti, ad Arcore sotto casa di Berlusconi o davanti alle incompiute Vele di Calatrava per le quali il gruppo Caltagirone si è beccato un bel po' di soldi. Ma in certi luoghi questi sepolcri imbiancati evitano di andare. Al contrario bastonano chi ci va e chi ne parla", afferma Di Battista, sostenendo di essere nel mirino dei "giornali di Berlusconi che non mi hanno mai perdonato di essere andato sotto Villa San Martino" a leggere la sentenza di condanna per Dell'Utri mentre i "giornali di De Benedetti non mi hanno mai perdonato il fatto di aver ripetutamente parlato del passato inglorioso dell'Ingegnere. Non parliamo poi del gruppo Caltagirone il quale non mi hai mai perdonato di aver contribuito a mandare nell'oblio le Olimpiadi di Roma tanto care ai palazzinari della capitale", aggiunge l'esponente del M5s.

"Lo dico ancora una volta, il mestiere del giornalista, quello con la schiena dritta, è importante come quello del chirurgo. E grazie a Dio in Italia ci sono eccome Giornalisti liberi", continua Di Battista che fa un elenco dei giornalisti che considera liberi: 'Travaglio uno che il Movimento l'ha bastonato ripetutamente, è libero; Massimo Fini, un uomo che per non essersi piegato al pensiero dominante non ha fatto la carriera che meritava; è libero Buttafuoco, uno degli ultimi intellettuali rimasti; sono liberi Fulvio Grimaldi e Alberto Negri, due non certo teneri con la politica estera dell'attuale governo; è libero Franco Bechis, uno dei giornalisti più innamorati dello studio degli atti che abbia mai conosciuto; è libera Luisella Costamagna, è libera Milena Gabanelli, sono liberi decine di Giornalisti e Giornaliste che hanno capito che chi davvero sta colpendo la libertà di stampa sono svariati sicari dell'informazione ormai distaccati dalla realtà e capaci di scendere in piazza per difendere esclusivamente la loro posizione di potere che ha molto più a che fare con quella servitù volontaria descritta da Étienne de La Boétie che con il desiderio di indipendenza che tanto sbandierano in queste ore".


    "Io - conclude Di Battista - sono fiero per ciò che ho fatto in Parlamento, ma solo 'fuori dal palazzo' ho potuto iniziare ad insegnare a mio figlio ad essere libero. E i figli credono a ciò che vedono, non a ciò che sentono, come d'altronde ormai la gran parte dei cittadini".

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