Il 52% di coloro che hanno avuto una esperienza diretta con la giustizia civile dichiara di essere poco o per niente soddisfatto. Un'insoddisfazione maggiore fra gli uomini (57%) che fra le donne (46,8%), che diventa "profonda insoddisfazione" (67,3%) da parte di chi aspetta da almeno cinque anni la pronuncia del giudice come pure da parte di chi ha sostenuto costi elevati assolutamente non previsti (70%).
Sono i dati Istat riferiti al 2015 sul rapporto tra cittadini e giustizia civile. Negli ultimi tre anni - riferisce il report - ben 1 milione 555 mila persone hanno deciso di rinunciare ad avviare una causa civile per il timore di sostenere costi troppo elevati rispetto al vantaggio conseguibile (30,8%), per l'incertezza dei tempi di svolgimento (25,6%) o dell'esito favorevole (15,5%).
I contenziosi civili - riferisce l'Istat - sono più frequenti nel Nord-est (12,9%) che nel Meridione e nelle Isole (9,2% e 8,6%). E più nei comuni centro di area metropolitana rispetto ai piccoli centri fino a 2mila abitanti (12,3% contro 9,6%).
All'avvio della causa soltanto il 27,8% dei cittadini era a conoscenza dei costi da sostenere; la quota scende all'aumentare dei gradi del giudizio: nei Tribunali o presso il Giudice di pace è pari a circa il 28,0%, diminuisce sensibilmente in Corte d'Appello (25,0%), crolla in Cassazione (7,9%).
Il rapporto Istat mette in evidenza anche il fatto che non tutti sanno che è possibile raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente attraverso forme di risoluzione extragiudiziali. Solo il 41,9% conosce l'arbitrato e il 43,9% il significato di mediazione Civile. Nel corso della vita la quota di cittadini che ha utilizzato tali strumenti è di circa il 3,6%.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA