Roberto Giachetti scalda i motori sotto le bandiere del PD e nega di avere 'padrini' di sorta. Ignazio Marino riflette ancora. E Stefano Fassina guarda già al ballottaggio. Entra nel vivo la campagna elettorale per le comunali di Roma: il centrosinistra ha scoperto alcune delle sue carte, il M5S lavora in silenzio e nel centrodestra è tempo di strategie. "Se ci fossero le condizioni per una candidatura al di sopra delle parti e dei partiti, potrei prenderla in considerazione", si è fatto avanti Guido Bertolaso. Il suo universo di riferimento sarebbe quello dei moderati.
I grillini potrebbero schierare come candidato uno degli ex consiglieri comunali (tra i nomi in pole Virginia Raggi e Marcello De Vito) ma anche qualche esponente della società civile. La riserva verrà sciolta a febbraio.
Secondo Giachetti, mentre un mese fa il M5S poteva essere favorito, la corsa per la prima poltrona di Palazzo Senatorio "adesso è una partita 'giocabile' per tutti. Io - ha annunciato - partirò dalle periferie, da dove so che troverò più facilmente insulti. Andrò dove la gente è più giustamente arrabbiata". "Se il Pd fa il Pd si vince a mani basse", gli ha fatto eco, con una certa sicurezza, il commissario dem Matteo Orfini.
Resta un nodo da sciogliere nelle primarie lanciate dal Pd: con Sinistra Italiana che si è sfilata, appaiono a corto di partecipanti. Si è fatto avanti l'ex senatore Stefano Pedica e lo scenario potrebbe arricchirsi a ridosso della direzione del 22. Tra i nomi che circolano: i deputati Marco Miccoli e Roberto Morassut e gli ex assessori Estella Marino e Paolo Masini. Esternamente al PD potrebbero aderire il segretario dei Radicali Riccardo Magi e il portavoce dei Verdi Gianfranco Mascia.
Ma Fassina è tranchant: "Saranno primarie sostanzialmente finte se non ci sarà Marino".
Anche nel centrodestra, intanto, prende corpo l'idea di organizzare delle primarie 'all'americana', a due turni. A fine dicembre era stato Alfio Marchini a proporre "una convention dei moderati per incoronare il nuovo candidato sindaco". Pochi giorni fa Francesco Storace aveva sottolineato che "le primarie a Roma servono proprio perché i partiti del centrodestra brancolano nel buio". Se si riuscirà a trovare una sintesi, tra mondi così distanti, lo si saprà a breve.
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