Dalla legalizzazione dell'aborto e del divorzio, agli anni passati al Cairo per conoscere da vicino la lingua e la cultura araba: la storia politica di Emma Bonino, che è stata segretaria del Partito Radicale, è iniziata quasi quaranta anni fa e nonostante la malattia che l'ha colpita, come assicura lei stessa, continuerà.
Dalla passione, dice infatti annunciando a Radio Radicale di essere ammalata di un tumore ai polmoni, non ci si può dimettere. Laureata alla Bocconi nel 1972 in lingue e letterature moderne, tre anni più tardi fonda il Cisa (Centro informazione, sterilizzazione e aborto): una battaglia che in quegli anni in Italia le costa il carcere.
L'anno dopo, nel 1976, entra per la prima volta alla Camera dei deputati. Da sempre appassionata di politica estera, alla fine degli anni settanta approda all'Europarlamento per poi divenire tra il 1994 e il 1999 commissario a Bruxelles.
Anno, quest'ultimo, durante il quale accetta una 'candidatura popolare', come ha ricordato di recente, per il Quirinale. A salire al Colle fu però Carlo Azeglio Ciampi ma da allora in occasione di ogni elezione del nuovo Capo dello Stato viene fatto il suo nome. Dopo l'esperienza alla commissione europea, Bonino diventa ministro della Repubblica due volte: la prima con il governo Prodi quando dal 2006 al 2008 è ministro del Commercio con l'estero. Bonino, diventata intanto senatrice, dopo aver conteso la presidenza della Regione Lazio a Renata Polverini torna al governo nel 2013: presidente del Consiglio Enrico Letta, assume l'incarico di ministro degli Esteri. Poltrona sulla quale però, seguendo il destino dell'Esecutivo, siede poco tempo, meno di un anno.
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