Isis in difficoltà in Iraq, Libia e Sira. Le forze armate irachene hanno annunciato di avere preso il controllo della zona sud di Falluja, due settimane dopo l'avvio dell'offensiva per strappare la città all'Isis. Il generale Abdel Wahab al-Saadi ha reso noto che le sue truppe si sono assicurate una grande area agricola, Naymiyah, grazie anche al sostegno dei raid della coalizione a guida americana. Adesso le truppe irachene sono pronte ad entrare in città. All'inizio della settimana, le forze speciali irachene hanno iniziato a premere sul centro della città, incontrando però una forte resistenza dell'Isis, che la controlla da oltre due anni, ed i jihadisti sono riusciti ad erigere importanti strutture difensive.
Sarraj, vittoria contro l'Isis a Sirte è vicina - Secondo il premier designato del governo libico di unità, Fayez al-Sarraj, una vittoria militare sull'Isis a Sirte, dov'è in corso un'offensiva, è "vicina". "Potremo anche - ha proseguito Sarraj in una breve intervista al francese Journal du Dimanche - prendere il controllo di tutte le zone che esso (l'Isis) occupa. Speriamo inoltre che questa guerra contro il terrorismo possa riunire la Libia. Ma questo sarà lungo, e la comunità internazionale ne è consapevole". Nella stessa intervista Sarraj ha anche chiesto alla comunità internazionale di aiutare la Libia a combattere il terrorismo, evitando però i bombardamenti.
Siriani e curdi verso Raqqa, assedio a roccaforte Isis - La 'capitale' dell'Isis è sotto attacco. Le forze governative siriane sostenute dalla Russia e quelle curde appoggiate dagli Stati Uniti hanno registrato oggi successi nelle rispettive offensive per riconquistare la regione di Raqqa, ricca di risorse idriche e energeniche e da circa tre anni in mano ai jihadisti. Questo mentre ad Aleppo e dintorni infuria la battaglia tra le forze anti-Assad tra cui i miliziani qaedisti, e i loro rivali lealisti sostenuti dall'aviazione di Mosca e dagli Hezbollah libanesi. Media controllati dalla Russia accusano la Turchia di aver inviato "militari" nei pressi della contesa metropoli siriana del nord. Ma finora non si hanno conferme né smentite. Fuori e dentro la città i fronti aperti sono diversi: tra gli arabi anti-regime e i curdo-siriani asserragliati nel quartiere di Shaykh Maqsud e di fatto schierati con russi e governativi; tra l'Isis e gli insorti siriani filo-turchi nell'area di Marea e Azaz; le due aree sono a loro volta obiettivo dell'offensiva curda non frenata dalle truppe di Damasco e dall'alleato russo. Il fronte aleppino più caldo in queste ore è però quello a sud del perimetro urbano. La coalizione sostenuta da turchi e sauditi e capeggiata dall'ala siriana di al Qaida ha lanciato un'offensiva massiccia e coordinata contro postazioni filo-governative - tra cui quelle dei Pasdaran iraniani e Hezbollah libanesi - nelle campagne meridionali di Aleppo, costringendo l'aviazione di Mosca a molteplici interventi per difendere le linee lealiste tra Eis, Hader e Khan Tuman. In gioco c'è l'unico accesso governativo ad Aleppo ovest, in mano ai filo-Assad. Proprio qui, secondo fonti russe, miliziani qaedisti hanno bombardato con l'artiglieria i quartieri occidentali uccidendo "40 persone fra civili, poliziotti e militari". Le fonti non precisano l'arco di tempo in cui questo bilancio si è formato. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), vicino alle opposizioni, ha confermato colpi di mortaio e razzi da Aleppo est verso Aleppo ovest, affermando che nelle ultime 24 ore "10 civili sono stati uccisi". Questo è avvenuto all'indomani - sempre secondo l'Ondus - dell'uccisione di 36 civili, tra cui sei minori, ad Aleppo e dintorni in raid aerei governativi. Ieri un pulmino carico di civili era stato centrato lungo viale Castello, nel nord della città. Nell'area orientale dell'Eufrate, le notizie sono dominate dalle due offensive convergenti di curdi filo-Usa e di governativi filo-russi verso Raqqa. I primi sono ormai alla periferia sud di Manbij, località ora in mano all'Isis e obiettivo-chiave da conquistare per impedire che a Raqqa arrivino rifornimenti provenienti da Aleppo. I secondi si sono spinti oggi per la prima volta oltre il confine amministrativo della regione di Raqqa e sono ora a 40 chilometri da Tabqa, città dove ha sede l'importante diga sull'Eufrate. Lungo la strada che i governativi devono ora percorrere si aprono almeno tre giacimenti petroliferi ancora in mano all'Isis. La pressione militare contro i combattenti fondamentalisti dello Stato islamico avviene mentre gli Usa hanno inviato nel Mediterraneo orientale la portaerei Harry S. Truman, incaricata di aumentare la potenza di fuoco su obiettivi dell'Isis in Iraq e Siria. Dal punto di vista umanitario la situazione resta tragica, dopo la riunione ieri al Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla necessità di avviare lanci di medicinali e altri aiuti dal cielo alle zone sotto assedio. Il Programma alimentare mondiale (Pam) ha detto di essersi attivato ma di essere in attesa delle autorizzazioni necessarie da Mosca e da Damasco.
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