Un "duro colpo" alla leadership di
Boris Johnson. Il giudizio dato dal quotidiano filo-conservatore
Daily Telegraph sulla massiccia 'rivolta' contro il premier
britannico, la più numerosa da quando è in carica, consumatasi
ieri alla Camera dei Comuni con 99 deputati Tory che hanno
votato contro le misure anti-Covid del piano B, in particolare
il green pass per i grandi eventi al chiuso, è unanime sui media
del Regno Unito. Il Financial Times descrive il voto sulle
restrizioni come la "più grande battuta d'arresto" per il primo
ministro. Mentre il Guardian sottolinea come sia sempre più
debole la "presa" di Johnson sul suo partito conservatore, in
particolare a seguito dei tanti passi falsi compiuti nelle
ultime settimane, dallo scandalo (sleaze) con la pessima
gestione del caso di Owen Paterson, l'ex ministro dimessosi da
deputato Tory dopo che il governo aveva tentato di salvarlo
dalla sospensione inflitta per consulenze d'oro dall'organo
disciplinare di Westminster, per arrivare ai party di Natale
organizzati un anno fa dai funzionari a Downing Street in
presunta violazione delle allora vigenti misure
anti-coronavirus. Il Times sottolinea come almeno uno dei
deputati ribelli abbia avvertito che il primo ministro potrebbe
ora dover affrontare una sfida alla leadership. Di sicuro il
Question Time di oggi ai Comuni è un momento importante in cui
si può comprendere la reazione di Johnson alla ribellione
interna ma la vera prova per lui arriva domani con l'elezione
suppletiva del seggio di North Shropshire, Inghilterra
occidentale, innescata proprio dalle dimissioni di Paterson,
ormai sorta di 'nemesi' per il primo ministro. Soprattutto
perchè i Tory rischiano di perderlo, coi libdem dati per
favoriti.
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