Prende forma sempre più concreta
l'ombra di una saturazione degli ospedali britannici in
conseguenza della nuova ondata dilagante di contagi da Covid
alimentati nel Regno da una più aggressiva 'variante inglese'
del virus. La minaccia, almeno in alcuni nosocomi, è già realtà
a quanto riportano i media, citando casi di trapianti o altri
interventi chirurgici rinviati, nonché dati su un allungamento
delle liste di attesa per servizi ordinari o anche d'una certa
urgenza.
La situazione, rileva un rapporto del servizio sanitario
nazionale (Nhs), si riflette pure sui reparti di pronto
soccorso, con un calo del 18% delle ammissioni dei pazienti
registrata il mese scorso in Inghilterra rispetto all'anno
precedente. Mentre un grande ospedale di Birmingham, terza area
metropolitana del Regno per popolazione, ha addirittura sospeso
al momento tutti i trapianti di rene.
Di positivo c'è tuttavia la tendenza degli ultimi 2 giorni a
un rallentamento del flusso di ricoveri per Covid a Londra e nel
sud-est inglese, principali focolai di questa nuova ondata nelle
ultime settimane.
Un segnale che induce oggi l'infettivologo e biologo
matematico Neil Fergusson, docente all'Imperial College noto per
i suoi modelli di riferimento sulla pandemia in Gran Bretagna
nonché come teorico del lockdown e consulente governativo, a
ipotizzare che il terzo confinamento nazionale stia dando infine
frutto. E che l'impennata dei ricoveri possa iniziare a
regredire in tutto il Paese, con il raggiungimento del
cosiddetto 'plateau', "dalla prossima settimana".
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