Alcune migliaia di manifestanti continuano a protestare contro il presidente Aleksandar Vucic, dopo l'assalto ieri sera alla tv pubblica, in un raduno dai toni molto accesi nel parco antistante l'edificio della presidenza a Belgrado. La situazione è molto tesa, con notizie di tafferugli e scontri fra dimostranti e polizia in strade vicine.
Sul palco degli oratori si alternano vari esponenti del movimento di opposizione, compresi intellettuali, scrittori e rappresentanti della società civile. Fra loro, Vuk Jeremic, l'ex ministro degli esteri ed ex presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, attualmente uno dei leader dell'opposizione in Serbia, che si è detto convinto che il presidente Aleksansdar Vucic 'cadra' prima di Pasqua' (in Serbia la Pasqua ortodossa si celebra il 28 aprile). "Dobbiamo essere uniti", ha detto Jeremic ai manifestanti davanti alla presidenza. I manifestanti sostengono di voler restare davanti alla presidenza fino a quando Vucic non accetterà di parlare con loro.
L'edificio della presidenza è massicciamente presidiato dalla polizia in assetto antisommossa, che ha formato un cordone tutto intorno allo stabile.
Vucic ha duramente condannato l'irruzione di gruppi di oppositori ieri sera nella sede della tv pubblica Rts a Belgrado. "Lo Stato non consentirà alcuna forma di violenza. Se pensano che con la violenza possono ottenere risultati politici, si sbagliano", ha detto Vucic in una conferenza stampa. Tutti i responsabili - ha aggiunto - saranno puniti.
Vucic ha quindi attaccato i leader dell'opposizione: "Non parlo con fascisti e tycoon che hanno rovinato e depredato il Paese in passato".
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