Tornano a materializzarsi, sui
media britannici, le sfide di potenziali pretendenti a scalzare
Theresa May dalla leadership del Partito conservatore, alla
vigilia del voto sulla ratifica parlamentare dell'accordo sulla
Brexit in calendario - salvo rinvii che per ora Downing Street
esclude - domani sera. Voto che rischia di risolversi in una
sconfitta sonora per la premier e forse in una crisi di governo.
In interviste in tv, ben tre ex ministri brexiteers - Boris
Johnson, Dominic Raab ed Esther McVey, dimessi in dissenso dalla
linea May - si sono rifiutati di escludere una loro candidatura.
Johnson, sul Telegraph di oggi, s'è anzi poi spinto più in là:
delineando un suo piano per rinegoziare con Bruxelles rifiutando
il backstop sul confine irlandese, ventilando un dimezzamento
del conto di divorzio da 39 miliardi di sterline e
intensificando i preparativi di un 'no deal'. Il leader
laburista Jeremy Corbyn ha fatto sapere d'essere pronto a
subentrare a Downing Street anche in mancanza di nuove elezioni.
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