/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Tensione fra Cina, Giappone e Filippine sulle aree contese nel mar Cinese, monito degli Usa a Pechino

Tensione fra Cina, Giappone e Filippine sulle aree contese nel mar Cinese, monito degli Usa a Pechino

Accuse incrociate di violazioni territoriali, il governo di Manila ha convocato l'ambasciatore cinese

11 dicembre 2023, 13:47

Redazione ANSA

ANSACheck

Tensione fra Cina, Giappone e Filippine sulle aree contese nel mar Cinese, monito degli Usa a Pechin © ANSA/EPA

Tensione fra Cina, Giappone e Filippine sulle aree contese nel mar Cinese, monito degli Usa a Pechin © ANSA/EPA
Tensione fra Cina, Giappone e Filippine sulle aree contese nel mar Cinese, monito degli Usa a Pechin © ANSA/EPA

Altissima tensione fra Cina, Giappone e Filippine dopo i ripetuti scontri avvenuti nel fine settimana in un'area contesa nel Mar Cinese. Cina e Giappone si sono accusati a vicenda di incursioni marittime illegali dopo il braccio di ferro che ha visto impegnate le rispettive guardie costiere nelle acque attorno alle contese isole Diaoyu/Senkaku nel mar Cinese orientale. La guardia costiera cinese, in particolare, ha riferito domenica in una nota che un peschereccio e diverse navi pattuglia di Tokyo erano entrate sabato nelle acque intorno al piccolo arcipelago disabitato - nel controllo giapponese con il nome di Senkaku, ma rivendicate da Pechino come Diaoyu - costringendo le sue unità "ad adottare le misure necessarie in conformità con la legge" per mettere in guardia le navi nipponiche.

La guardia costiera giapponese, invece, aveva riferito sabato che due motovedette marittime cinesi avevano lasciato le acque territoriali delle isole "dopo aver ricevuto i relativi avvertimenti", intervenute a protezione di peschereccio nipponico avvicinato dalle unità cinesi. Episodi simili si erano già verificati a ottobre e a novembre scorsi, seguendo un percorso di tensioni in aumento nelle acque intorno alla Cina. Sabato e domenica, inoltre, Cina e Filippine si sono scambiate accuse per lo scontro tra le loro unità navali - civili e della guardia costiera - in una parte contesa del mar Cinese meridionale.

Dopo questi episodi le Filippine hanno convocato oggi l'ambasciatore cinese a Manila, accusando la guardia costiera di Pechino di avere utilizzato i cannoni ad acqua almeno otto volte contro unità navali filippine. A seguito dei fatti accaduti, "sono state presentate proteste diplomatiche ed è stato convocato anche l'ambasciatore cinese", ha riferito la portavoce del ministero degli Esteri Teresita Daza, nel resoconto dei media locali.

II video diffusi dalla guardia costiera filippina sugli scontri in mare hanno mostrato le navi cinesi impegnate a sparare con i cannoni ad acqua almeno otto volte contro le imbarcazioni filippine durante due distinte missioni di rifornimento sulle barriere coralline, avvenute sabato e domenica scorsi. Nel dettaglio, c'è stata anche una collisione tra imbarcazioni filippine e cinesi, ed entrambi i Paesi si sono scambiati accuse incrociate sulla responsabilità dell'incidente. Gli scontri alle secche di Scarborough e di Second Thomas sono stati i più intensi degli ultimi anni, nel pieno degli sforzi di Pechino e Manila di far valere le loro rivendicazioni territoriali marittime.

Pechino rivendica circa il 90% dell'intero mar Cinese meridionale, comprese le acque e le isole vicino alle coste dei Paesi vicini, ignorando la sentenza del 2016 della Corte permanente di arbitrato che ha rigettato le sue pretese sia dal punto di vista legale sia storico. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, atolli e secche sono stati trasformati in isole artificiali per ospitare installazioni militari cinesi di vario tipo.

La situazione ha provocato anche un intervento diplomatico degli Stati Uniti che hanno chiesto a Pechino di fermare le sue azioni "pericolose e destabilizzanti" nell'area. "Queste azioni riflettono non solo un disprezzo sconsiderato per la sicurezza e i mezzi di sussistenza dei filippini, ma anche per il diritto internazionale", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, aggiungendo che gli Usa invitano Pechino "a rispettare le regole e a desistere dalla sua condotta pericolosa e destabilizzante".

La Cina ha respinto le accuse delle Filippine, assicurando che "continuerà ad adottare le misure necessarie per rispondere a qualsiasi provocazione". Le mosse messe in atto dalla guardia costiera, ha assicurato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, sono state "professionali e misurate". 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza