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Lavrov: 'Se l'Occidente vuole combattere siamo pronti'.

Lavrov: 'Se l'Occidente vuole combattere siamo pronti'.

Trentamila soldati russi all'assalto nel Kharkiv, civili in fuga

MOSCA, 14 maggio 2024, 06:40

Alberto Zanconato

ANSACheck

Il ministro degli Esteri russo Lavrov - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Se i Paesi occidentali vogliono risolvere il conflitto ucraino intervenendo sul campo di battaglia, "Mosca è pronta". Forte della sua riconferma alla guida del ministero degli Esteri, Serghei Lavrov alza i toni, coerente con le accuse lanciate da tempo alla Nato di essere già in guerra con la Russia e dopo l'ipotesi ventilata dal presidente francese Emmanuel Macron sull'invio di soldati.


    A conferma della drammatica situazione delle truppe ucraine, specie sul nuovo fronte nella regione di Kharkiv, giunge nel frattempo la notizia che Kiev ha rimosso il comandante della regione nordorientale, Yuriy Galushkin, sostituendolo con il generale di brigata Mykhailo Drapaty. Nessuna spiegazione ufficiale sulla motivazione, ma il New York Times parla di polemiche sorte in seno alle forze armate per l'avanzata quasi senza ostacoli dei russi negli ultimi quattro giorni, che ha portato alla caduta di una decina di villaggi e alla fuga di quasi 6.000 civili, secondo una stima del governatore della regione di Kharkiv, Oleg Synegoubov. Il quotidiano americano cita un comandante locale, Denys Yaroslavsky, secondo il quale "non esistevano fortificazioni e campi minati" a difesa della prima linea e "il nemico è entrato liberamente". Altri responsabili ucraini smentiscono, affermando che si tratta di disinformazione russa.
    Il governatore Synegoubov ha detto che 30 località sono ancora sotto il fuoco russo nella regione di Kharkiv. Le autorità ucraine affermano che l'offensiva punta al Lyptsi e Vovchansk. Quest'ultima, ha detto il capo della polizia della regione, si sta trasformando in un'altra Bakhmut, la cittadina della regione di Donetsk conquistata dalle forze di Mosca lo scorso anno dopo una sanguinosa battaglia.


    Il capo del Consiglio di Sicurezza ucraino, Oleksandr Lytvynenko, ha detto in un'intervista all'agenzia Afp che i russi hanno varcato il confine settentrionale con 30.000 soldati. Tuttavia non è ancora certo quale sia il loro obiettivo: cioè creare una fascia di sicurezza in Ucraina per mettere fine ai bombardamenti delle truppe di Kiev sulle regioni russe di confine, aprire un vero e proprio secondo fronte o semplicemente costringere gli ucraini a far confluire nell'area rinforzi, lasciando pericolosamente sguarnita la prima linea nel Donbass. Quello che è sicuro, secondo Lytvynenko, è che non c'è "alcuna minaccia di assalto alla città di Kharkiv", la seconda del Paese dopo Kiev.


    Il ministero della Difesa di Mosca afferma che le truppe russe continuano a rafforzare le posizioni lungo tutto il fronte, e a distruggere armamenti forniti dai Paesi occidentali all'Ucraina. Tra questi, per la prima volta, ha citato un pezzo d'artiglieria italiano, un Oto Melara M56 da 105 millimetri. Le forniture militari di Paesi Nato a Kiev testimoniano che sono coinvolti nel conflitto, sostiene la Russia. Di qui la dura messa in guardia di Lavrov su una possibile guerra diretta tra Mosca e l'Alleanza. "E' la Russia che ha scatenato questa guerra, è la Russia che vuole chiuderla sul campo di battaglia, non l'Ue", ha risposto un portavoce dell'Unione, aggiungendo che per mettere fine al conflitto "ci vuole solo una parola di Putin, di ritirare le truppe".


    Intanto un attacco ucraino su una industriale a Krasnodon, nella regione di Lugansk, ha ucciso almeno tre persone e ne ha ferite altre quattro, secondo le autorità locali filorusse. In territorio russo, invece, è segnalato un attacco con droni nella regione di Kursk, con un bilancio di una donna uccisa e altri tre civili feriti. Mentre l'Ucraina ha dichiarato di aver colpito un terminale petrolifero e una sottostazione elettrica rispettivamente nelle regioni di Belgorod e Lipetsk.
    Fanno discutere nel frattempo i cambiamenti nella formazione del governo russo decisi dal presidente Vladmir Putin. Da parte ucraina, ha sottolineato Lytvynenko, il rimpasto è visto come un segnale che Mosca si prepara a una guerra di "lungo periodo".

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