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Nuovo veto Usa all'Onu su Gaza. Abu Mazen: 'Stati Uniti complici del genocidio'

Nuovo veto Usa all'Onu su Gaza. Abu Mazen: 'Stati Uniti complici del genocidio'

'Non è tempo di una tregua permanente', non passa la linea araba

ROMA, 20 febbraio 2024, 22:45

Redazione ANSA

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Abu Mazen, 'con il veto Usa complici del genocidio a Gaza ' © ANSA/EPA

Abu Mazen,  'con il veto Usa complici del genocidio a Gaza ' © ANSA/EPA
Abu Mazen, 'con il veto Usa complici del genocidio a Gaza ' © ANSA/EPA

Gli Usa fanno muro in Consiglio di Sicurezza dell'Onu e mettono il veto ad una nuova risoluzione araba per l'immediato cessate il fuoco a Gaza, sottolineando che "non è il momento di una tregua permanente". Nonostante la decisione sia stata subito bollata da Hamas come "un via libera per ulteriori massacri", il coordinatore del consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha spiegato che gli Usa non potevano sostenere una risoluzione che rischiava di minare i già delicati negoziati in corso. Ribadendo però che qualsiasi operazione rilevante di Israele a Rafah senza un piano per garantire la sicurezza del popolo palestinese sarebbe un disastro. Un cessate il fuoco immediato, ha inoltre spiegato l'ambasciatrice Usa Linda Thomas-Greenfield, "darebbe copertura a Hamas per non rilasciare tutti gli ostaggi".

Senza considerare poi che la proposta araba non mette per iscritto la condanna della fazione islamica. Nel voto la Gran Bretagna si è astenuta mentre gli altri 13 Paesi hanno approvato il testo. Il veto americano, ha tuonato Hamas, equivale a dare a Israele il "via libera" a compiere "ulteriori massacri, serve l'agenda dell'occupazione israeliana, ostacola gli sforzi internazionali per fermare l'aggressione e aumenta la sofferenza del nostro popolo". Ma se all'Onu resta lo stallo, qualcosa sembra muoversi al Cairo, altro polo di mediazione. Nella capitale egiziana è arrivata una delegazione di Hamas guidata dal leader Ismail Haniyeh e - secondo fonti egiziane - è sbarcata nel più stretto riserbo anche una missione israeliana. La posta sul tavolo è sempre la stessa: un accordo di scambio per gli oltre 130 ostaggi trattenuti da Hamas nella Striscia.

E una tregua che la fazione islamica vorrebbe permanente, insieme all'uscita dell'esercito da Gaza: richieste però già respinte da Israele. L'obiettivo dei mediatori è di arrivare ad una sospensione del conflitto prima dell'inizio del Ramadan - il 10 marzo - e di fermare l'annunciata operazione di Israele a Rafah, dove si accalcano un milione di sfollati palestinesi. Israele al momento non conferma né smentisce la presenza della propria delegazione al Cairo mentre una fonte dell'ufficio del premier si limita a confermare che si continuerà a fare di tutto per assicurare l'immediato rilascio degli ostaggi. A essere pessimista sulle trattative in Egitto è stato tuttavia lo stesso Qatar, uno dei principali mediatori. Il ministero degli Esteri di Doha ha fatto sapere che non si registrano al momento progressi nei negoziati indiretti tra Hamas e Israele. E una fonte della stessa fazione islamica, sentita da Haaretz, ha detto che la presenza di Haniyeh nella capitale egiziana non rappresenta "una svolta". La pressione internazionale continua intanto a crescere e ai ripetuti appelli alla de-esclation si è unito quello dell'erede al trono britannico William: "Troppe vittime a Gaza", ha denunciato invocando una tregua.

Nel mistero che avvolge Yahya Sinwar - il leader di Hamas a Gaza, braccato da Israele - il quotidiano saudita ha rivelato che sarebbe riuscito a passare in Egitto dai tunnel che sono proprio a Rafah, portando con lui anche alcuni ostaggi. La notizia non ha però trovato alcuna conferma in Israele. Ma dopo giorni di dubbi e interrogativi sulla sua sorte, Sinwar sarebbe ricomparso sulla scena: secondo la tv Kan, che cita mediatori delle trattative, avrebbe ripreso ad inviare messaggi alla leadership del suo movimento all'estero. Al 137esimo giorno di guerra, Israele non si ferma e ha continuato ad operare a largo raggio a Gaza, con particolare intensità soprattutto a Khan Yunis, nel sud della Striscia. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha intanto annunciato la sospensione delle consegne di aiuti alimentari vitali nel nord di Gaza perché mancano le condizioni di sicurezza.

 

 

Abu Mazen, 'con il veto Usa complici del genocidio a Gaza'

Il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen ha condannato il veto degli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza per un cessate il fuoco a Gaza. La decisione "dà un altro via libera allo Stato occupante israeliano per continuare la sua aggressione contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e portare a termine il suo sanguinoso attacco a Rafah" e "rende gli Stati Uniti complici del crimine di genocidio, di pulizia etnica e dei crimini di guerra commessi dalle forze di occupazione israeliane contro i palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania", si legge in una nota dell'ufficio di Abu Mazen, ripresa da Haaretz.

Londra si astiene, Parigi vota sì

   "Ostaggi fuori e aiuti dentro": questa la precondizione che la Gran Bretagna pone al cessate il fuoco al Gaza. Londra si è astenuta sulla risoluzione araba del Consiglio di Sicurezza sulla quale Washington ha messo il veto. "I negoziati in corso sul rilascio degli ostaggi sono cruciali", ha detto l'ambasciatrice britannica Barbara Woodward dopo il voto del Consiglio di Sicurezza sottolineando anche che Hamas "non dovrebbe più essere al potere a Gaza" e "non dovrebbe essere nelle condizioni di fare quello che ha fatto il 7 ottobre". 

    Per la Francia, invece, il costo umano della crisi a Gaza è "intollerabile", ecco perchè Parigi ha votato a favore della risoluzione araba su cui gli Usa hanno messo il veto.

   "Israele si deve fermare", ha detto l'ambasciatore francese Nicolas de Riviere dopo il voto, ammettendo d'altra parte che "è incomprensibile" che il Consiglio di Sicurezza "non riesca a condannare Hamas".

 

Hamas, 'Via libera a Israele per altri massacri'

   Hamas ha condannato la decisione degli Stati Uniti di porre il veto alla richiesta del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per un cessate il fuoco a Gaza, affermando che ciò equivale a dare a Israele il "via libera" per compiere "ulteriori massacri".

   "Questo veto serve l'agenda dell'occupazione israeliana, ostacola gli sforzi internazionali per fermare l'aggressione e aumenta la sofferenza del nostro popolo - ha affermato Hamas in una nota -. La posizione americana è il via libera affinché
l'occupazione commetta altri massacri".

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