Almeno 17.000 bambini sono "non
accompagnati o separati" dalle loro famiglie nella Striscia di
Gaza, dove la popolazione è concentrata a Rafah, nel sud,
diventata una vera "fabbrica di disperazione". Lo afferma l'Onu.
"Almeno 17.000 bambini (...). Questo equivale a circa 1% del
totale della popolazione sfollata (1,7 milioni di persone)", ha
detto il portavoce dell'Unicef per i territori palestinesi,
Jonathan Crickx, intervenendo da remoto da Gerusalemme a una
conferenza stampa a Ginevra.
Crickx ha spiegato che è "estremamente difficile" ritrovare
le tracce dei bambini, perché spesso "non riescono neanche a
dire il loro nome" quando arrivano negli ospedali "feriti o in
stato di shock". Nei conflitti, ha proseguito, i bambini che si
ritrovano separati dai loro genitori spesso sono presi in carica
da altri parenti. Ma attualmente a Gaza, dove la popolazione
manca di cibo, acqua e rifugi, "anche queste famiglie allargate
hanno difficoltà a rispondere ai bisogni dei loro stessi figli",
ha spiegato Crickx.
Secondo l'Unicef, più di un milione di bambini nella Striscia
di Gaza, "quasi la totalità", hanno problemi di salute mentale
ed hanno bisogno di un sostegno psicologico. "Presentano sintomi
come livelli d'ansia molti elevati, perdità dell'appetito, non
riescono a dormire e hanno attacchi di panico ogni volta che
sentono i bombardamenti", ha raccontato il portavoce
dell'Unicef.
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