TEHERAN - Le autorità iraniane hanno convocato gli ambasciatori di Regno Unito e Norvegia per denunciare le "interferenze" da parte di questi Paesi negli affari interni della Repubblica islamica sul caso di Mahsa Amini, la 22enne morta tre giorni dopo il suo arresto da parte della polizia morale perché non indossava correttamente il velo islamico. Un caso che ha provocato una ondata di proteste in tutto l'Iran con centinaia di arresti e decine di morti.
Il ministero degli Esteri di Teheran ha protestato con l'ambasciatore britannico a Teheran, Simon Shercliff, per gli atti di "incitamento alle rivolte e ai disordini", divulgati attraverso le stazioni televisive che hanno sede a Londra.
"Si tratta di un'ingerenza negli affari interni della Repubblica islamica dell'Iran e di un atto contro la sovranità nazionale del nostro Paese", ha precisato il ministero, senza però precisare di quali canali tv si tratti. La Bbc in lingua farsi, che ha sede nel Regno Unito e diffonde in Iran è regolarmente criticata dalle autorità di quel Paese.
L'ambasciatore norvegese, Sigvald Tomin, è stato convocato dopo le dichiarazioni del presidente del parlamento di Oslo che il ministero degli Esteri iraniano ha qualificato come una "ingerenza negli affari interni dell'Iran".
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