Sulla possibilità di procedere a una riforma lampo del nuovo Codice degli Appalti "No a un blitz pasticciato e nell'interesse solo di alcuni, sì all'apertura di un sereno dialogo su due o tre punti effettivamente da rivedere". Così si legge in una nota di Finco (Federazione industrie prodotti impianti servizi ed opere specialistiche per le costruzioni) in cui la vice presidente con delega agli appalti, Carla Tomasi, afferma che il lavoro svolto per la recente riforma del Codice degli Appalti "è sinonimo di ampia partecipazione democratica e non può essere disatteso per il cambiamento di indirizzo politico o, peggio, per la pressione lobbistica di alcuni settori. Sarebbe quindi da irresponsabili chiedere di ricominciare tutto da capo". Fatta questa premessa però "è chiaro che alcuni aspetti vanno rivisti, ma con tempi e modi che non sono quelli della riforma lampo", prosegue Tomasi riferendosi al fatto che le stazioni appaltanti "sono spesso carenti sia per la parte progettuale che per la parte organizzativa", ma anche alla resistenza delle stesse "a un processo di razionalizzazione e accorpamento" che "è comprensibile, ma non accettabile". Un altro aspetto, collegato al primo "è l'assenza di una progettazione di qualità e l'uso eccessivo dell'offerta economicamente più vantaggiosa", conclude la nota.(ANSA)
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