"Il pericolo che l'economia del
nostro Paese stia scivolando lentamente verso la stagflazione -
aggiunge Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi - è molto
elevato. Uno scenario che potrebbe verificarsi l'anno prossimo
anche in Italia, così come già è successo nella seconda metà
degli anni '70 del secolo scorso. Gli effetti della guerra in
Ucraina, l'aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti
energetici rischiano, nel medio periodo, di spingere l'economia
verso una crescita pari a zero, con una inflazione che si
avvierebbe a toccare le due cifre".
Secondo la Cgia, con la misura dell'aumento dei tassi di
interesse, "operazione già in corso che provocherà la
diminuzione della massa monetaria in circolazione", l'Italia
"registrerebbe un deciso incremento del costo del debito
pubblico. Altresì, bisognerebbe intervenire simultaneamente
almeno su altri due versanti: in primo luogo, attraverso la
drastica riduzione della spesa corrente e, in secondo luogo, con
il taglio della pressione fiscale, unici strumenti efficaci in
grado di stimolare i consumi e per questa via alimentare anche
la domanda aggregata di beni e servizi. Operazioni, queste
ultime, non facili da applicare in misura importante, almeno
fino a quando - conclude la nota - non verrà rivisto il Patto
di Stabilità a livello europeo".
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