La crisi "non ha colpito tutti nella
stessa misura", basti pensare alle "opportunità garantite alle
aziende con differenziazioni per tipologia e codici Ateco",
laddove "sicuramente, ad esempio, il settore meccanico non ha
avuto le limitazioni che ha avuto il tessile, così come l'intero
comparto manifatturiero ha potuto lavorare molto di più degli
altri che sono stati colpiti gravemente dalle chiusure" per il
Covid. Parola dell'esponente di Confimi industria, ascoltato
oggi in commissione Lavoro alla Camera che, dopo questa
premessa, ha affermato che "ora stiamo registrando una diversa
misurazione della fase di ripresa, e prova ne sia che, da un
preciso sondaggio effettuato tra i nostri associati, relativo a
come prevedessero il loro futuro circa il fabbisogno
occupazionale, in vista del superamento del blocco dei
licenziamenti, risulta che l'89% degli imprenditori non è
interessato al superamento del blocco, perché non lasceranno a
casa i propri dipendenti", e, ha proseguito, "c'è, poi,
addirittura un 32% delle imprese che hanno risposto che ha,
invece, la previsione di nuove assunzioni". Quindi, ha concluso,
"potremmo dire, semplificando, la manifattura non licenzia. Al
contrario, assume".
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