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Responsabilità editoriale di Advisor
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Le PMI italiane possono continuare a restare indipendenti sul mercato e crescere in Italia e all’estero anche senza rivolgersi al canale bancario. Lo dimostra Industrie Chimiche Forestali (ICF Group), che nel giro di quattro anni è passata dal private al public market incrementando considerevolmente il proprio fatturato, riducendo l'indebitamento, salutando l'ingresso nell'azionariato di importanti investitori istituzionali. Ora attraverso la quotazione in Borsa punta a crescere e rafforzare la sua presenza all’estero e in particolare nei mercati dell'Estremo Oriente.
ICF Group conta 125 dipendenti e produce oltre 22.000 tonnellate di materiale adesivo ogni anno, che commercializza attraverso tre marchi (Abc, Industrie Chimiche Forestali e Durabond), fatturando poco meno di 79 milioni di euro (dati al 31 dicembre 2017). È attiva in tre settori: adesivi per il calzaturiero e la pelletteria, per l'automotive e per il packaging. Il 70% del fatturato proviene dall’estero. L'azienda vanta 100 anni di storia. Nata nel 1918 come estrattore dell'acido pirolegnoso di piante presenti nel lago Maggiore, dagli anni '50 è uno dei principali produttori italiani di adesivi. Dal 1987 è basata a Marcallo con Casone, nel Milanese. Nel 1999 l'azienda viene acquistata da Luciano Buratti, un ex manager del gruppo Eni, che, per rafforzale il management del gruppo, chiama dieci anni dopo Guido Cami a guidare l'impresa che fattura poco più di 40 milioni di euro e molti debiti sulle spalle.
Buratti nel 2014 cede la società al fondo Mandarin Capital Partners mentre nel 2016 entra nel capitale anche Progressio SGR. Nel 2016 la società ha ridotto di un terzo l'indebitamento e aumentato l'EBIDTA da 6 a 10,5 milioni di euro. "Siamo nati come impresa familiare, poi abbiamo messo un piede nel private equity, ci siamo fusi con una Spac, siamo diventati una public company e ora contiamo importanti investitori istituzionali. Uscita Mandarin abbiamo scelto di trovare una soluzione differente e il 19 gennaio 2018 abbiamo firmato un accordo con EPS Equity PEP Spac in vista dell'ingresso in Borsa" racconta Guido Cami (nella foto), a.d. di ICF Group. Il gruppo è sbarcato il 14 maggio 2018 sull'AIM Italia, il mercato dedicato alle pmi di Borsa italiana, a seguito della "business combination" con EPS Equita Pep Spac, che ha cambiato denominazione in ICF Group, e Industrie Chimiche Forestali, di cui ICF Group controlla il 100% (il gruppo controlla anche Forestali de Mexico).
La Business combination con EPS è stata la prima operazione annunciata sull'AIM Italia nel 2018 e la prima iniziativa congiunta della joint venture paritetica tra Equita Group e Private Equity Partners (PEP). "Io e altri 11 manager di ICF e PEP - prosegue Cami - abbiamo creduto fortemente nel progetto in cui abbiamo investito direttamente: abbiamo versato 5,3 milioni di euro come aumento di capitale su 70 complessivi e oggi siamo una vera public company con un flottante superiore al 90%. Al momento continuiamo il rodaggio sul mercato AIM Italia ma non escludo in futuro un nostro passaggio a segmenti di mercato più liquidi". L'ingresso in Borsa si è rivelata una tappa fondamentale per la ricerca di nuovi capitali. Il 23 novembre 2018, infatti, Nextam Partners SGR ha annunciato di detenere il 10,8% del capitale con diritto di voto; l'altro azionista rilevante è Amundi SGR con una quota del 5,3%.
"Abbiamo deciso di sbarcare in Borsa per dare visibilità all'azienda con l'obiettivo di trovare le risorse per attuare una strategia di crescita anche per linee esterne tramite acquisizioni e partnership per potenziare la nostra presenza in mercati come il Vietnam e la Cina. Il nostro partner ideale è un'azienda che abbia le nostre dimensioni e che sia operativa nei mercati in cui non siamo presenti o siamo ancora deboli" spiega Cami. "L'azienda oggi è forte in tre comparti: l'automotive e il footwear valgono per oltre il 70% del fatturato, mentre il packaging l'8%. Il prossimo passo è il rafforzamento nel packaging e l'ingresso in settori chiave come l'arredamento e il tessile dove siamo assenti" prosegue.
"Nel 2009 fatturavamo circa 40 milioni di euro. Nel 2017 abbiamo raddoppiato il giro d'affari e fra quattro/cinque anni contiamo di aumentarlo ancora del 20 - 25% per superare i 100 milioni di euro tramite la crescita interna nei tre settori in cui siamo operativi. Quindi non escludo che il nostro fatturato possa crescere ulteriormente anche a seguito di una possibile aggregazione" conclude Cami, ricordando che ICF Group è particolarmente attenta all'ambiente. L'azienda dal 1997 al 2016 ha ottenuto ben 6 certificazioni e oggi il 60% dei prodotti che realizza possono definirsi "green" ovvero realizzati con 20% a base acqua e 40% non solventi.
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