Riduce notevolmente i dati richiesti
agli utenti e i tempi necessari per verificare le transazioni
fino al 99% rispetto alle criptomonete più popolari: è Vault, la
nuova criptovaluta sviluppata dal gruppo del Mit (Massachusset
institute of technology), guidato da Derek Leung.
Le monete digitali, come il Bitcoin, sono delle reti
costruite sul blockchain, una sorta di registro digitale
finanziario organizzato in una sequenza di singole pagine,
ognuna delle quali contiene i dati delle transazioni. Queste
reti di dati sono decentralizzate, cioè non ci sono banche o
organizzazioni per gestire fondi e bilanci, ma devono essere gli
utenti a verificare le transazioni, scaricando e immagazzinando
i dati di centinaia di migliaia di pagine, per verificare le
transazioni. Tutto ciò rende il processo lento e impraticabile
per molti. Vault invece consente di scaricare solo una parte del
totale dei dati della transazione. Lo fa sfruttando delle
tecniche che cancellano gli account vuoti che occupano spazio, e
permettono di verificare solo i dati delle transazioni più
recenti, che vengono divisi e condivisi nella rete, minimizzando
i requisiti di immagazzinamento ed elaborazione dei dati per
l'utente. Nei test infatti, Vault ha ridotto la larghezza di
banda necessaria a raggiungere le reti del 99% rispetto al
Bitcoin, e del 90% rispetto a Ethereum, ma assicurando lo stesso
livello di sicurezza. Per ridurre lo spazio di archiviazione dei
dati, i ricercatori hanno progettato Vault con un nuova tecnica
che divide i dati della transazione in porzioni più piccole, che
condivide nella rete, in modo che il singolo utente deve
elaborare solo piccole porzioni di dati per verificare le
transazioni.
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