Il dato dell'inflazione
statunitense seppur marginalmente migliore delle attese continua
a rafforzare le Borse e a far scendere le quotazioni del
dollaro, sulla visione che la Fed possa allentare la sua
politica monetaria.
La moneta unica Usa cede circa l'1% sui mercati mondiali e
l'euro rafforza quota 1,1. In rialzo il petrolio sopra i 75
dollari al barile, anche sulla speranza che politiche monetarie
meno stringenti rafforzino il ciclo economico.
In allentamento verso la chiusura della seduta i rendimenti
sui titoli di Stato del Vecchio continente, con il Btp italiano
a 10 anni che scende di 12 punti base al 4,27%. Lo spread con il
Bund tedesco viaggia sotto quota 170.
In questo contesto, la Borsa di Amsterdam sale dell'1,8%,
Londra dell'1,7% e Milano dell'1,6% insieme a Parigi, con
Francoforte in crescita di un punto percentuale e mezzo. Madrid
sale dell'1,% con i listini di Mosca sulla stessa linea,
nonostante il gas resti molto debole in calo dell'8% a 26,5
euro, avvicinandosi al livello più basso dallo scoppio della
guerra in Ucraina toccato a inizio giugno sotto i 25 euro al
Megawattora.
Male il rublo che perde circa l'1% contro l'euro sopra quota
100, con il livello più debole per la moneta russa toccato
giovedì scorso, quando ha scambiato a 101 per avere un euro.
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