Si confermano in calo le principali
borse europee dopo il dato sull'inflazione in Germania, salita
in ottobre al 10,4% contro il 10,1% atteso. Milano e Madrid
(-0,9% entrambe) sono le peggiori dietro a Francoforte (-0,57%),
Londra (-0,46%) e Parigi (-0,18%). Negativi i futures Usa in
attesa di alcuni indicatori sul reddito e dell'indice sulla
fiducia dei consumatori del Michigan. Tensione sui titoli di
Stato, con i rendimenti di Btp e Bund tedeschi in crescita
rispettivamente di 20,5 punti al 4,18% e di 15,4 punti al 2,11%.
Contrastati il greggio (Wti -1,06% a 88,13 dollari al barile)
e il gas (+5,23% a 113 euro al MWh ad Amsterdam), in calo l'oro
(-0,74% a 1..648,67 dollari l'oncia) e i principali metalli.
Sale il dollaro, che si mantiene sopra la parità a 1,004 euro e
a 86,53 penny.
Sotto pressione il comparto dei semiconduttori, da ams-Osram
(-5%) a Stm ( -4,9%), sull'onda lunga dei conti trimestrali.
Effetto conti anche su Volkswagen (-3,21%), debole Mercedes
(-1,92%) che li ha diffusi due giorni fa, mentre Stellantis
(-1,73%) li diffonde il prossimo 3 novembre.
Bene i petroliferi EEni (+2,46%) dopo la trimestrale,
TotalEnergies (+1,76%), che l'ha diffusa nella vigilia, e Shell
(+0,75%), in controtendenza Bp (-1,34%). In campo bancario
resiste Unicredit (+0,21%) a due giorni dai conti, cedono invece
CaixaBank (-9,05%) dopo l'allarme degli analisti che temono un
nuovo aumento di capitale, NatWest (-7,95%) dopo la trimestrale
e Barclays (-3,14%), che l'ha diffusa due giorni fa. Rimbalza
Credit Suisse (+3%) dopo il tonfo della vigilia dopo il
maxi-rosso da 5,9 miliardi di franchi e l'annunciato aumento di
capitale da 4 miliardi.
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