La possibile accelerazione della
Fed nella stretta monetaria non scoraggia le Borse asiatiche,
che chiudono la seduta in deciso rialzo, indifferenti anche alle
notizie in arrivo dall'Ucraina, dove la possibilità di un
cessate il fuoco non sembra essere ancora nei radar della
Russia.
Nel frattempo si sposta in Australia e Nuova Zelanda il
sell-off che ha colpito ieri i bond governativi, i cui
rendimenti sono ovunque in forte ascesa a causa dell'attesa per
il rialzo dei tassi e la corsa dei prezzi. Il rendimento dei
treasury americani ha superato il 2,3% mentre il differenziale
tra la scadenza a 5 e 30 anni si è portata al minimo dal 2007.
Tokyo ha terminato le contrattazioni in progresso dell'1,5%,
Sydney e Seul dello 0,9%, Shanghai dello 0,2% mentre Shenzhen
cede lo 0,4%. Hong Kong, ancora aperta, avanza del 2,3%. ll
Consiglio di Stato cinese ieri ha ribadito l'impegno ad
aumentare le misure di supporto all'economia e ai mercati
finanziari allo scopo di puntellare la fiducia degli
investitori. Più incerta la situazione in Europa e negli Usa,
dove il possibile rialzo di mezzo punto percentuale dei tassi
alla prossima riunione della Fed schiaccia i future appena sotto
la parità.
Prosegue intanto inarrestabile la corsa del petrolio, con il
Brent che si riporta sotto ai 120 dollari al barile (+2,5% a
118,5 dollari) e il Wti che tratta a 114,4 (+2%), in scia ai
timori che anche il greggio russo possa essere oggetto di
sanzioni da parte della comunità internazionale.
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