Ultima seduta di settimana cauta
per Piazza Affari che, in linea con le altre Borse europee, si è
mossa attorno alla parità per tutta giornata: l'indice Ftse Mib
ha chiuso in aumento dello 0,36% a 27.732 punti, l'Ftse All
share in rialzo dello 0,35% a quota 30.399.
Gli operatori del Vecchio continente sembrano attendere
segnali più precisi dalle banche centrali e in particolare dalla
Fed e i listini azionari si sono mossi senza una direzione
precisa: Londra ha concluso in calo dello 0,4%, mentre Parigi è
salita dello speculare 0,4%, con Francoforte piatta.
La Borsa di Milano ha guardato anche allo spread in lieve
tensione, con il differenziale tra Btp e Bund tedeschi che ha
chiuso a 121 punti base rispetto ai 119 dell'avvio. Il
rendimento del prodotto del Tesoro in corso di seduta ha
superato quota 1%, ma comunque ha concluso allo 0,95%.
In questo quadro, tra i principali titoli quotati sulla
piazza milanese, il migliore è stato Pirelli (+3,5% a 5,76 euro)
dopo i conti che evidenziano il terzo trimestre con risultati
sopra le attese e il rialzo dei target dell'anno.
Bene anche Fincantieri (+3,3%) e Azimut (+3,2%), con Ferrari
salita di due punti percentuali a 228 euro, non lontano dal suo
massimo storico. Generalmente piatte le banche, con Unicredit
fiacca su una chiusura in calo dello 0,7%. La debolezza del
prezzo del petrolio ha appesantito Eni, che ha ceduto un punto
percentuale a 12,5 euro finali mentre Tim, partita molto male
dopo il Cda della vigilia, ha chiuso in calo del 2,2% a quota
0,32 euro.
Nel paniere a bassa capitalizzazione, vendite su Credem
(-4,1%) e Safilo, che ha perso il 7,9% finale a quota 1,6 euro.
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