Nel 2020 la quota di Neet (giovani
senza istruzione, occupazione o formazione) tra 25 e 29 anni nel
Mezzogiorno è stata pari al 45,4%, contro il 21,4% del Nord. In
aumento anche la quota tra 15 e 34 anni, mentre l'occupazione
femminile persa nella media dei primi tre trimestri dell'anno è
stata superiore a quella creata negli undici anni precedenti
(-94 mila unità a fronte di +89 mila tra il 2008 ed il 2019). E'
quanto emerge da un'analisi effettuata da EY, in collaborazione
con Luiss Business School, discussa nel corso della prima delle
tre giornate dell'EY Digital Summit "Racconti del futuro",
dedicata al Mezzogiorno. Focus quindi su divari, potenzialità,
modelli e strumenti per il rilancio delle Regioni del Sud. Nel
2019 il Mezzogiorno rappresentava il 22% del Pil nazionale, uno
scenario aggravatosi in seguito alla pandemia, con una
occupazione che, in generale, resta inferiore a quella delle
altre Regioni, salvo che in Abruzzo, dove è superiore alla media
nazionale. Secondo EY e Luiss Business School per il rilancio
del Sud sono necessari un incremento degli investimenti in
ricerca e sviluppo; un rafforzamento degli ecosistemi per
l'innovazione; la valorizzazione del capitale umano; il rilancio
dell'attrattività del Sud; la digitalizzazione della pubblica
amministrazione.
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