"Oggi l'emergenza è il taglio dei gas
serra il prima possibile. Il Pnrr deve accelerare questo taglio,
che ora è troppo lento. Dobbiamo arrivare al 70-72% di
elettricità da rinnovabili al 2030. Se ritardiamo lì, ritardiamo
il raggiungimento dell'obiettivo di decarbonizzazione che ci ha
dato la Ue (-55% di emissioni al 3020 rispetto al 1990 e zero
emissioni nette al 2050)". Lo ha detto stamani il ministro della
Transizoione ecologica, Roberto Cingolani, in audizione alle
Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera.
"Il focus della transizione ecologica è mettere in grado la
seconda manifattura d'Europa a centrare gli obiettivi di
decarbonizzazione della Ue - ha spiegato ancora Cingolani -.
Quello è il target primario. Se otteniamo il 70% di elettricità
verde, possiamo installare le colonnine di ricarica per le auto,
possiamo decarbonizzare i settori industriali 'hard to abate'
(acciaierie, comentifici), possiamo iniziare una politica seria
sull'idrogeno".
Per arrivare al 70% di energia da fonti pulite, ha spiegato
il ministro, "dobbiamo installare 70 gigawatt di rinnovabili al
2030. Sono 8 gigawatt all'anno. Al momento ne installamo 0,8
all'anno. Dobbiamo aumentare il dieci volte il tasso di
installazione. In 5 anni con il Pnrr dobbiamo fare un sforzo
enorme per tagliare i gas serra, con interventi radicali. Non
sarà un'operazione semplice né indolore. Qualche compromesso lo
dovremo accettare. Poi avremo altri 25 anni per continuare a
lavorare, senza più quel budget. Per questo dobbiamo avere una
organizzazione del Ministero e delle regole in grado di gestire
quel processo".
Cingolani ha spiegato che "il 24% della CO2 viene dal settore
elettrico, il 24% dalle industrie, il 30% dai trasporti e il 22%
dalle città".
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