(di Luciana Borsatti)
Un giudizio positivo sull'Iran Country Presentation che si conclude domani alla Fiera di Roma, ma anche il suggerimento di distribuire tali iniziative in altre sedi per favorire la partecipazione degli imprenditori italiani.
E' la valutazione di Michele Gusti, imprenditore che da oltre 40 anni opera in Iran con l'azienda Ocmi, di cui è managing director, oltre che presidente del gruppo Vetro Cavo di Gimav, associazione confindustriale dei fabbricanti di macchine per il vetro diretta da Laura Biason.
"Abbiamo aderito con convinzione a IranExpo - dice Gusti in un'intervista all'ANSA - per cogliere l'opportunità d'incontrare in Italia una rappresentanza imprenditoriale e istituzionale così ampia e qualificata. Abbiamo apprezzato in particolare la volontà di offrire sin dalle prime fasi indicazioni precise sugli operatori iraniani, in modo da consentire alle aziende di valutare la potenziale efficacia di una partecipazione. E ottima è la scelta di strutturare la parte operativa nella forma di b2b". Crede che la sede romana sia la più idonea per tali eventi? "Come da tempo stiamo suggerendo, sarebbe opportuno distribuire le Country Presentation anche secondo bacini di potenziale sviluppo di business. Al sistema confindustriale riceviamo quasi ogni giorno segnalazioni di presentazione di Paesi che potrebbero essere interessanti mercati di sbocco, ma è impossibile partecipare a tutti, soprattutto se vengono svolti sempre a Roma. Capisco che la presenza di ambasciate ed enti centrali rende la capitale una scelta quasi imprescindibile, ma anche scegliere sedi differenti favorirebbe i primi approcci verso Paesi meno noti, in particolare alle Pmi".
Alla luce del fatto che già opera in Iran, cosa si attende da una Fiera dedicata a quel mercato?
"Da questa Fiera attendevo, e ritengo di aver ottenuto, la possibilità di approfondire relazioni di business già esistenti e la creazione di nuove. Portare i nostri interlocutori in Italia è importante per far conoscere meglio l'Italian way-of-life e, più in generale, la nostra cultura. Nel settore dei beni strumentali il Made in Italy si caratterizza per la grande flessibilità e l'attenzione alle esigenze del cliente, che il visitatore può percepire solo provando la nostra proverbiale accoglienza".
Come giudica l'operato del governo italiano e della rete costituita da Ice, Confindustria etc. dopo accordo sul nucleare iraniano, a confronto con quello di altri Paesi europei?
"Ritengo che gli sforzi fatti dalle nostre istituzioni dal 16 gennaio scorso ad oggi siano più che apprezzabili. Come azienda già operante in Iran da tempo auspichiamo un'ulteriore apertura e, soprattutto, che venga fatta chiarezza sull'iter di esportazione verso il Paese. I macchinari sono prodotti di elevata complessità che richiedono estrema attenzione alle normative vigenti. Esistono strumenti che aiutano a rendere più semplici i flussi commerciali, ma sono ancora poco noti alle aziende italiane. E' importante continuare a fare cultura sui temi dell'internazionalizzazione, e in questo apprezziamo gli sforzi compiuti da Assolombarda, Gimav, Assafrica e ICE".
Quanto all'Iran, "mercato promettente con trend di consumi in crescita e una popolazione giovane", conclude, "ci auguriamo che le estremizzazioni narrative siano riportate a una percezione più realistica e pragmatica del Paese, e che l'Italia torni ad essere al più presto tra i suoi primi partner commerciali".
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