La X Commissione del Senato si appresta
a votare l'articolo 50 del disegno di legge concorrenza, il
cosiddetto articolo 'booking' che vieta la 'parity rate'
rendendo nulle le clausole che obbligano gli albergatori a non
praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori
rispetto a quelli offerti da intermediari terzi, anche online,
come ad esempio Booking.com. Lo ricorda Federalberghi auspicando
che dai senatori arrivi una conferma unanime "senza modifiche"
del testo già approvato alla Camera: "E' una norma che tutela i
consumatori, le imprese e l'erario e che restituisce
competitività al sistema turistico italiano", scrive
l'associazione. Federalberghi cita i precedenti in Francia
(dove una legge del 2015 "ha stabilito la piena libertà degli
alberghi di riconoscere ai clienti sconti e altri vantaggi
tariffari") e in Germania ( dove l'Autorità Antritrust nel 2015,
"ha proibito a Booking.com di utilizzare le clausole di parity
rate, ordinandone la cancellazione da tutti i contratti").
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