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La poesia e le voci di Miss Rosselli

La poesia e le voci di Miss Rosselli

ROMA, 10 marzo 2020, 15:21

Mauretta Capuano

ANSACheck

Miss Rosselli, copertina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Miss Rosselli, copertina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Miss Rosselli, copertina - RIPRODUZIONE RISERVATA

  RENZO PARIS, MISS ROSSELLI (NERI POZZA, PP 236, EURO 18,00). La "magica poetessa del Novecento", inseguita dagli spettri, convinta di essere perseguitata dalla Cia, suonatrice di violino e organo prima di dedicarsi alla poesia. Renzo Paris è riuscito a far rivivere Amelia Rosselli, ha cercato la sua vita nei suoi versi fino a farne una cosa sola, con lo sguardo unico che può avere un amico con cui si è fatto un lungo pezzo di strada. Riscopriamo l'autrice di 'Variazioni belliche', di 'Serie ospedaliera', 'Documento', i tre fiori della sua produzione poetica. E del pometto 'La libellula', panegirico della libertà dove la metapoesia diventa ipnotica. Seguendo l'ombra che "è venuta più volte a ballare" nella sua immaginazione Paris ha scritto 'Miss Rosselli' che già dal titolo azzeccatissimo ci fa entrare in un mondo plurale, italiano ed europeo, poliglotta e multiculturale come era Amelia. Pubblicato a novant'anni dalla nascita della Rosselli, il 28 marzo del 1930 a Parigi, proposto al Premio Strega 2020 da Nadia Terranova, è un viaggio dentro la vita di una poetessa gigantesca, una delle voci più potenti del Novecento, che s' interrogava su cosa fosse il coraggio, prima di morire suicida lo stesso giorno di Sylvia Plath, l'11 febbraio, del 1996. E proprio dal suicidio, lanciandosi dal balconcino della mansarda tutta e legno e libri di via del Corallo, a Roma, parte il percorso compiuto da Paris che non nasconde la sua ammirazione per la Rosselli, considerata dalla maggior parte della persone, compreso il cugino, Alberto Moravia e la moglie Elsa Morante, una pazza. "No, non era pazza Amelia, era una donna che visse gran parte della sua vita fuori di questo mondo e quando ripiombava nella rugosa realtà, soffriva. Le sue poesie erano costellate di quell'atroce sofferenza" dice Paris. E quando l'autore del libro chiede ad Amelia: 'Ma Moravia chi era sotto il fascismo? Lei le risponde: "Non lo sai? Chi era...un fascista, stava lì con i fascisti, non li ha mica combattuti come mio padre".
    Poeta, romanziere e critico, Paris s'interroga nel libro sul percorso che sta compiendo e non nasconde che per lui Amelia "era una divinità , come lo era stata per Rocco" alludendo a Scotellaro che la poetessa aveva conosciuto a Venezia e con il quale visse una straordinaria amicizia amorosa finita con la morte nel 1953 dello scrittore e poeta e lucano che la gettò nella disperazione.
    "Questa non è una biografia di Amelia, è piuttosto la rievocazione della sua persona, e al tempo stesso il tentativo di allontanare la sua ombra" sottolinea Paris.
    Figlia dell'esule antifascista Carlo Rosselli, assassinato dai cagoulards con il fratello Nello a Bagnoles-de-l'Orne, in bassa Normandia nel 1937, la Rosselli si è sentita perseguitata tutta la vita. Era convinta che la spiassero, che volessero avvelenarla. Doveva difendersi dalle onde elettromagnetiche dei satelliti e chiamava la sua malattia "morbo di Parkinson" .
    "Sembravano eterne quelle ventisette coltellate fasciste che il povero corpo di suo padre aveva ricevuto" racconta Paris che ricorda anche l'andirivieni nelle cliniche, gli elettroshock, le cure con grandi psicanalisti come Bernhard, l'assidua consultazione dei Ching. Si sentiva il "simbolo vivente - dice - dell'antifascismo", si era iscritta al Pci . Ma oltre a riportarci nei luoghi della sua infanzia, a Parigi, nella nave mercantile in cui Melina, come la chiamavano da piccola, si imbarcò con tutta la famiglia, tra cui il cugino Aldo Rosselli, per andare verso il Canada e poi nella Roma in cui approdò negli anni Cinquanta, dopo la morte della madre, l'inglese Marion Catherine Cave, Paris ci porta dentro i versi della poetessa della quale per primo riconobbe il talento Pier Paolo Pasolini. 'Documento' uscì un anno dopo il massacro di Pasolini "così anche per Amelia la grande poesia italiana finì all'Idroscalo" scrive Paris che non trascura anche il fondamentale rapporto con la nonna Amelia Pincherle Rosselli, che scriveva commedie in dialetto veneziano e si chiamava come lei. Vengono ripercorsi anche "i suoi amorazzi" da quello con Mario Tobino, al corteggiamento di Paolo Volponi, all'attrazione e repulsione di Renato Guttuso, al breve periodo finito in litigio in cui condivideva la casa con Dario Bellezza. Paris ci racconta anche un mondo perduto, quello degli anni in cui a Roma si veneravano i poeti e Amelia con le sue magiche performance e letture dei suoi versi era una star della poesia. "Mio angelo, io non seppi mai quale angelo/fosti o per quali vie storte ti amai/o venerai, tu che scendendo ogni gradino/sembravi salirli...mostrarmi/una vita tutta perduta alla ragione quando...mi lasciasti" scriveva.
   

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