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Via Tasso emblema occupazione nazista

Via Tasso emblema occupazione nazista

Simonetti ricostruisce la storia della prigione delle SS a Roma

ROMA, 26 gennaio 2017, 08:41

Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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FABIO SIMONETTI, ''VIA TASSO'' (ODRADEK, pp.332 - 25,00 euro).
    ''Quello dei violenti interrogatori di Via Tasso è probabilmente il tema che maggiormente è rimasto impresso nell'immaginario comune, fungendo da simbolo e racchiudendo spesso in sé tutta l'esperienza del carcere delle SS a Roma'' scrive Fabio Simonetti in apertura di uno dei capitoli più forti di questa sua ricerca dedicata alla storia tragica di Via Tasso durante l'occupazione tedesca di Roma dopo l'8 settembre 1943, dove ''la tortura è un'ombra sempre presente nella mente dei prigionieri che pesa in ogni loro pensiero e azione''.
    Simonetti ha l'età (poco più di 30 anni) e la formazione (laureato in Storia lavora a Londra presso l'Imperial War Museum) che gli permetto di avere la giusta distanza dai fatti, così da spogliarli da mitizzazioni e leggende, per ricostruirli in modo che oggi, nella loro verità documentaria, trovino nuova forza, rivelino tutta la loro drammaticità, e siano ''di un'attualità e, soprattutto, una necessità disarmanti'', come lo stesso autore sottolinea ricordando gli sfregi antisemiti e filofascisti che ancor oggi ogni tanto imbrattano i muri della storica palazzina di Via Tasso 145, divenuta sede del Museo Storico della Liberazione. Per le lugubri celle di Via Tasso passarono centinaia di persone e molti vi trovarono la morte, a cominciare dal generale Montezzemolo, passato alla resistenza dopo l'8 settembre, sino a Don Pappagallo, che aiutava ebrei e patrioti ospitandoli e procurando documenti falsi, per non parlare di tutti coloro che furono uccisi alle Fosse Ardeatine, a la Storta e a Forte Bravetta. Simonetti punta l'attenzione su questi e altri nomi e vicende semplari come il partigiano Gioacchino Gesmundo e donne come la gappista Maria Teresa Regard o la partigiana Maria Adelaide Tucci e Carla Angelini, mentre usa memoriali e testimonianze di sopravvissuti lungo tutto il libro, con particolare attenzione a Arrigo Paladini, divenuto poi primo direttore del Museo della Liberazione, e ''Il mondo è una prigione'' dello scrittore Guglielmo Petroni, arrestato per la sua attività partigiana dopo la manifestazione di Porta San Paolo e liberato tre mesi dopo, prima della fucilazione, dall'arrivo degli americani in città.
    Simonetti racconta la storia dell'edificio dall'inizio sino a quella che Giovanni Contini Bonaccossi, nella prefazione al volume chiama ''la preistoria dell'attività di kappler'', visto che risale al 1936 l'accordo tra la polizia fascista e quella tedesca per la lotta ai ''delinquenti politici'' che porterà alla creazione dell'apposito ufficio proprio in Via Tasso.
    uficio che dopo l'8 settembre acquisterà un'importanza che supera i confini di Roma, snodo delle attività di polizia e spionaggio in tutto il territorio italiano. E in questo contesto l'autore racconta anche le figure e le storie del comandante Obesturmbanfuhrer Herbert Kappler, del suo vice Karl Hass (restato poi in Italia in incognito interpretando l'SS in film compreso ne ''La caduta degli dei'' di Visconti) e di Erich Priebke (con cui Simonetti riuscì anche a parlare nel 2010) oltre a Mauro de Mauro, questurino romano e spia di Priebke.
    Una storia insomma di questo Aussenkommando Rom, centro nevralgico dell'occupazione nazista di cui si seguono le vicende anche dopo l'arrivo dell'esercito alleato nella capitale, con la nascita, partendo dal vero, delle cupe leggendo a forti tinte su Via Tasso e poi il progetto e la sua trasformazione appunto in Museo, ma anche riferendo della vita successiva e i processi e le fini dei protagonisti tedeschi di quella realtà. Una realtà su cui ''gli storici si sono più volte arenati'', come spiega Simonetti, per la grave carenza di documenti scritti, così che per realizzare questo lavoro e ricostruire la vita tra quelle mura e in quelle celle, è dovuto ricorrere, vagliandole e valutandole, alle tante testimonianze dei protagonisti e testimoni di una e dell'altra parte, arrivando a offrirci pagine di una completezza e serietà storica che su Via Tasso e il suo ruolo in quel periodo storico mettono una parola definitiva.
   

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