Insieme "al mio gruppo di lavoro ci
siamo occupati dal 2016 di criminalità organizzata, attraverso
'Cose nostre' su Rai1. In questo nuovo programma abbiamo cercato
modi diversi per raccontare realtà e territori". Lo spiega
all'ANSA Emilia Brandi, che approda in prima serata su Rai 3 da
domani, 23 marzo, con Todo Modo, che in tre puntate condurrà il
pubblico nel mondo della criminalità organizzata attraverso
reportage inediti, testimoni e ospiti d'eccezione.
"Stiamo sul territorio per restituire anche la bellezza di
certi luoghi che spesso vengono associati purtroppo a fatti
criminosi - aggiunge la giornalista -. Inoltre abbiamo pensato
a degli ospiti che ci portassero anche a fare riflessioni al di
là della singola storia, parlando di legalità e giustizia nel
modo più ampio possibile". Così nella prima puntata dal titolo
'Terra e Pace' si parlerà di Calabria, 'ndrangheta e
femminicidio con Nicola Gratteri, magistrato sotto scorta. Ci
saranno tre storie di stretta attualità legate alla morsa
criminale dei clan per il possesso e il controllo del
territorio, a cominciare da quella di Maria Chindamo,
imprenditrice di 42 anni uccisa nel 2016.
"La sua storia penso abbia segnato la coscienza di tutti noi
- spiega Brandi -. Sostanzialmente è un femminicidio in terra di
'ndrangheta". In questa vicenda si è saldato tutto, dalla
violenza contro le donne, alla terra vista come metafora del
potere mafioso e criminale. Tutto contro il desiderio di una
donna di vivere liberamente e di realizzarsi". Per questa
puntata è "andato in Calabria Matteo Lena. Io sono andata in
Sardegna, dove con Todo Modo abbiamo ripercorso la faida di
Mamoiada attraverso la testimonianza di Annino Mele, che è stato
uno dei più pericolosi banditi sardi".
La terza puntata è "nel territorio del casertano, dove
raccontiamo dei ragazzi diventati killer di camorra che poi
hanno avuto un pentimento autentico, dando un apporto
fondamentale alle indagini". Nelle storie "di cui mi occupo
punto sempre l'attenzione sui percorsi umani ed emotivi"
cercando sempre anche "di dare una speranza, raccontando la
necessità di continuare a credere in un'idea di stato e di
comunità".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA