"Vi rispondo da 'un tombino', sto
montando degli spot per un programma che ahimé farò a breve su
Canale 5 a breve. A breve perché non voglio disturbare i
manovratori della tv che sono lì tutti i giorni. Io arrivo,
faccio tre puntate e sparisco per trent'anni: la qualità non va
mai d'accordo con la quantità, bisogna sempre centellinarsi, è
duro avere un pensiero laterale". Così a Rai Radio1, ospite di
Un Giorno da Pecora, il conduttore Piero Chiambretti che
condurrà La tv dei 100 e uno.
Ha seguito l'ultimo festival di Sanremo? "A pezzetti, come
uno spezzatino". E cosa le è piaciuto? "Ho definito il festival
lo stato pontificio della tv, dove tutti sono andati a baciare
la pantofola del presentatore emerito, e dove tutti sono stati
bravissimi. Un festival di buoni sentimenti diciamo". C'è
qualcosa che le è piaciuto di più? "Mi ha colpito il vedere il
volto del presidente Mattarella a Sanremo". La kermesse le è
sembrata troppo sbilanciata a sinistra? "No, assolutamente, mi è
sembrato molto popolare".
Sgarbi vorrebbe Morgan direttore artistico del Festival, e il
cantautore, ai microfoni della trasmissione di Radio1, ha
spiegato che apprezzerebbe Chiambretti come conduttore. "Tutti e
tre insieme potremo fare sicuramente qualcosa di
indimenticabile, poi se l'indimenticabile sta a destra, sinistra
in alto o in basso questo non lo posso sapere". A lei
piacerebbe? "Fellini diceva che il vero realista è il
visionario, e visto che io, Sgarbi e Morgan lo siamo dico perché
no?".
Lo farebbe meglio che Amadeus? "No, lui lo ha fatto al meglio
delle sue caratteristiche e dei suoi gusti. Ma ogni chef ama
portare i propri ingredienti. Io toglierei un po' di miele - ha
detto Chimabretti a Un Giorno da Pecora - mi pare che il
vogliamoci bene da un po' di anni sia diventato indispensabile,
ma credo si possa fare anche in modo diverso". Meno monologhi
quindi? "Quelli ci possono anche stare, ma magari facendoli in
maniera diversa, un pochino più pop".
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