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Iacona, Zelensky a Sanremo non è uno scandalo, pensare alla pace

Iacona, Zelensky a Sanremo non è uno scandalo, pensare alla pace

Torna PresaDiretta, dalla povertà alla crisi climatica

ROMA, 04 febbraio 2023, 19:55

di Michele Cassano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dalla guerra in Ucraina alla povertà che avanza, dalle urgenze dettate dal cambiamento del clima alla crisi della sanità pubblica, dalle crescenti tensioni tra le grandi potenze agli scandali che hanno investito l'Unione Europea. PresaDiretta torna con otto appuntamenti, dal 6 febbraio ogni lunedì, alle 21.20, su Rai 3. Si parte dalla povertà che avanza da nord a sud, con la puntata "I poveri non esistono". "Abbiamo scelto un titolo provocatorio perché sembra che i poveri non esistano nella politica del paese - spiega Riccardo Iacona in un'intervista all'ANSA -. Il welfare non deve servire a chi ha il lavoro, ma a chi non ce l'ha. Il reddito di cittadinanza ha individuato questi poveri, che sono più di un milione di persone. Dopo il crollo dovuto alla pandemia, non c'è stato un ritorno alla normalità. Il numero dei poveri è aumentato. Ora vedremo cosa farà il governo perché ci sono più annunci che fatti per il momento. La coperta è corta rispetto al bisogno, anche perché si sono 100 miliardi di evasione fiscale, più il lavoro nero".
E poi l'acqua, il bene più indispensabile, che non basta più. In Italia siamo già a meno 40% del fabbisogno: acqua da bere, acqua per l'agricoltura e per l'industria. "Sono tanti i modelli positivi in Europa e anche in Italia, dove però non si riesce a fare sistema - spiega il conduttore -. Il tema è come arricchire le falde, trattenere l'acqua che arriva, facendo i conti con il cambiamento climatico. Si apre una prateria di cose che si possono fare, si possono persino ricaricare le falde acquifere. Sono stato a Sharm per Cop 27 e mi sono reso conto dell'allarme mondiale sul clima, alcuni fenomeni sono ormai irreversibili nel medio termine". Focus anche sulla guerra in Ucraina. "Questa volta il taglio che diamo è più scientifico-storico - sottolinea -: vedremo come sono andati a finire tutti i conflitti dopo la seconda guerra mondiale. Andremo a Uppsala, centro di riferimento per chi studia come si fa a creare una convivenza pacifica e duratura. Andremo poi in Sierra Leone, un paese dove per anni si sono ammazzati in modo feroce, ma poi hanno trovato un modo per dialogare. Vogliamo ricostruire il pre 24 febbraio, per capire cosa non ha funzionato negli accordi di Minsk, perché quando si tornerà al tavolo da lì si dovrà partire. Vedremo che anche in Ucraina ci sono obiettori che vengono arrestati e c'è un movimento pacifista. Vogliamo esplorare il conflitto in questa chiave forse un po' ottimista e controcorrente".
Zelensky a Sanremo? "Non credo sia uno scandalo. Sentire politici, che appoggiano l'invio delle armi e poi dicono che non deve partecipare mi lascia perplesso - sostiene Iacona -. Mi sembra una posizione contraddittoria. Chi ha la possibilità e il potere, faccia tutti gli sforzi per far sentire il peso dell'Italia in Europa per cominciare a immaginare una soluzione della guerra. I politici spendano così le risorse che hanno. Zelensky ha parlato dappertutto, da Cannes ai Golden Globes, non credo che togliergli la voce cambi la percezione della guerra. C'è semmai un tema che riguarda il modo in cui i media raccontano la guerra. La Rai fa un grande sforzo con i suoi inviati. C'è l'esigenza di dare più spessore a quella vicenda, per raccontare che la crisi ucraina non comincia il 24 febbraio. E' sbagliato ridurre il tutto a un confronto tra buoni e cattivi, c'è molto di più". Come sta la Rai? Appare costretta a lottare contro l'ingerenza dei partiti, mentre le grandi piattaforme vanno avanti. "Qualche giorno fa ho visto la serata straordinaria di Binario 21 - ricorda il conduttore -. E' una delle tante zampate della Rai, che la distinguono dal resto del panorama televisivo, che sia Mediaset o le piattaforme. Questo mi fa pensare c'è un futuro a prescindere da tutto. Poi certo, c'è l'antico problema dell'ingerenza dei partiti, che abbiamo sempre denunciato. Abbiamo sempre chiesto che arrivasse in Italia un modello come la Bbc, dove non c'è quell'interesse intrusivo dei partiti. Eppure siamo ancora così, è molto difficile da rivoluzionare questo aspetto. A noi che ci siamo dentro e ci mettiamo la faccia, questa ci appare però come una sfida più alta e ci rende più orgogliosi di non sottostare a censure e continuare a fare un buon lavoro

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