La Chamber Orchestra of Europe
torna a suonare a Ferrara in quello che molti anni è stata la
sua casa, il Teatro Comunale Claudio Abbado. Lo farà il 28
novembre alle 20.30 con la bacchetta prestigiosissima di Sir
Antonio Pappano, attesissimo appuntamento della stagione di
Ferrara Musica al quale parteciperà anche la violinista olandese
Janine Jansen.
In programma musiche di Sergei Prokof'ev, Maurice Ravel,
Dvořák e Zoltán Kodály. Prima orchestra residente di Ferrara
Musica dall'aprile 1989, fondata su impulso di Claudio Abbado,
la Coe è stata definita dalla Bbc e dal Daily Telegraph "la
migliore orchestra da camera del mondo", è formata da musicisti
provenienti da tutta Europa. L'orchestra ha sempre mantenuto uno
stretto rapporto con Ferrara, dove ritorna regolarmente come
tappa delle sue tournée internazionali. Inglese di origini
italiane, Antonio Pappano è tra le più celebri bacchette del
panorama internazionale, direttore musicale della Royal Opera
House dal 2002 e dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia
di Roma dal 2005. Dalla stagione 2024-2025 sarà direttore della
London Symphony Orchestra. Violinista fra le più famose al
mondo, Janine Jansen collabora regolarmente con le più
importanti orchestre e direttori. Il suo sodalizio con la
Chamber e con Pappano è ormai di lunga data. Il programma del
concerto ferrarese prende il via con Le tombeau de Couperin di
Ravel: si tratta di una Suite composta inizialmente per
pianoforte e più tardi trascritta per orchestra, ideata e
compiuta durante la prima guerra mondiale come omaggio funebre a
François Couperin. Si prosegue con il Concerto per violino e
orchestra N. 1 in re maggiore di Prokof'ev, una composizione
giovanile scritta tra il 1916 e il 1917, anticipatrice dello
stile maturo del musicista, e che curiosamente presenta i tempi
lenti al primo e terzo movimento. A seguire verrà eseguita la
Serenata per archi in mi maggiore di Dvořák, classicheggiante,
snoda in cinque movimenti intrisi "d'un felice spirito boemo".
Chiudono il concerto le Danze di Galanta, scritte da Zoltán
Kodály per celebrare l'ottantesimo della Filarmonica di
Budapest.
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