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Jean-Michel Jarre, l'ascolto del futuro sarà immersivo

Jean-Michel Jarre, l'ascolto del futuro sarà immersivo

Esce nuovo album Oxymore, suono a 360 gradi

ROMA, 18 ottobre 2022, 18:54

di Gioia Giudici

ANSACheck

Jean-Michel Jarre, l 'ascolto del futuro sarà immersivo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Jean-Michel Jarre, l 'ascolto del futuro sarà immersivo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Jean-Michel Jarre, l 'ascolto del futuro sarà immersivo - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Vivaldi ha fatto la musica che ha fatto perché qualcuno ha inventato il violino" dice Jean Michel Jarre, il pioniere della musica elettronica, parlando del nuovo album 'Oxymore', il primo che utilizza completamente il suono multicanale e binaurale (3D spaziale). "Nella vita reale - spiega l'artista francese, dopo l'anteprima a occhi chiusi del suo 22/o lavoro di studio, al cinema Anteo di Milano - lo stereo non esiste, il nostro campo audio è a 360 gradi. Oggi la tecnologia ci permette di esplorare la composizione in audio spaziale e questo offre a noi musicisti un'esperienza completamente nuova nel processo creativo. La musica sarà più facilmente fruibile da chiunque con le normali cuffie o con le nuove generazioni di sistemi audio, offrendo un modo più reale e naturale di ascoltare il suono e la musica in maniera completamente immersiva". Si comincia dal 21 ottobre con l'uscita di 'Oxymore' in formato CD, doppio vinile e digitale in stereo e in Audio Spaziale con Dolby Atmos su Apple Music, mentre la versione fisica sarà accompagnata da un codice per accedere al master binaurale. Come sperimentato oggi al cinema, e come si potrà verificare anche con un ascolto in cuffia, "la sensazione di immersione - sottolinea l'artista dalla carriera cinquantennale - viene prima di tutto dal suono. Tutti parlano delle immagini, ma il campo visivo è di 140 gradi, mentre l'audio è a 360. Per gli esseri umani, significa che la prima sensazione di immersione viene dal suono, non dalla vista". Anche per questo, il 74enne compositore francese - che dedica l'album al suo mentore Pierre Henry, il compositore francese scomparso nel 2017, che è stato uno dei giganti della musica elettronica del XX secolo - si dice convinto che "questa nuova tecnica determinerà lo stile musicale del futuro, come i sintetizzatori hanno cambiato il mondo della musica". Certo, riflette, più che i dati tecnici quello che conta è il risultato, il potere della musica, e questo vale anche a livello sociale. "Fare musica è un atto politico in sé, non c'è bisogno di far proclami" è quello che pensa a proposito del fatto che non sia nato un movimento musicale di protesta contro la guerra in Ucraina. "Mia madre, che faceva parte della Resistenza francese, mi diceva sempre di distinguere le persone dalle ideologie e io sono convinto che non si debbano boicottare i paesi in guerra, anzi, la musica - sottolinea il guru dell'elettronica - è il nostro cavallo di Troia per aiutare le persone che non vivono in paesi liberi". Una via potrebbe essere quella virtuale: per Oxymore, Jarre ha creato Oxyville, "una città della musica a metà tra Metropolis e Sin City", dove esplorare e ascoltare l'album in audio spaziale. "Mi piace l'idea della connessione, ma ciò che mi affascina davvero della VR - dice l'artista, che ha suonato dal vivo davanti a milioni di persone in posti come le Piramidi e il Mar Morto - è l'aspetto sociale, ossia la possibilità di riunire persone che sono isolate per motivi geografici, economici o di disabilità, affinché possano condividere e connettersi con il resto del mondo per vivere esperienze uniche".

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