"Dobbiamo dare nuove speranze ai
nostri giovani: loro vivono di proiezioni in avanti. E chi
detiene il potere, deve impegnarsi a distribuirlo". E' il
messaggio lanciato oggi da Roberto Vecchioni, nell'Aula Magna
dell'Università di Pavia, all'evento conclusivo del progetto sul
tema "Disagio giovanile: saper conoscere per prevenire".
L'iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Le Vele in
collaborazione con Asst Pavia, l'Ufficio Scolastico Territoriale
e l'Assessorato all'Istruzione del Comune di Pavia. Vecchioni
(che per 7 anni all'Ateneo pavese ha tenuto un corso su
"Musicologia e Storia della Musica") ha spiegato che "il disagio
in realtà è un bisogno dell'umanità, un 'non io', direbbe Hegel,
di cui necessitiamo. Il disagio è una straordinaria barriera che
ci aiuta a crescere, solo però se abbiamo le armi per superarlo.
Oggi si avverte più disagio rispetto agli anni 60-70, perché il
mondo in cui viviamo è più complesso. Quello che per alcuni è
bene, per altri è male: e in tale confusione, il disagio mette
le radici".
"La difesa più elevata che abbiamo per affrontare il disagio
si chiama cultura - ha aggiunto il cantautore -: la cultura non
è sapere, ma la capacità di chiarire il rapporto che esiste tra
gli uomini e comprendere quello che conta veramente nella nostra
vita. La cultura ci chiarisce, ci medica, ci rassicura, ci
protegge come un tetto. Con l'aiuto della cultura riusciremo a
capire che dobbiamo rafforzare la nostra spiritualità, non ciò
che abbiamo di solido. Partendo da questo atteggiamento, si
riesce finalmente a credere di più nei giovani".
L'intervento di Vecchioni è stato preceduto da una tavola
rotonda sul progetto "Disagio giovanile", iniziato nel dicembre
dello scorso anno. Sono state numerose le iniziative avviate,
tra corsi per studenti, genitori e insegnanti, la creazione di
un sito sui problemi dei ragazzi, la redazione di un libro e
l'allestimento di uno sportello d'ascolto.
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