"Un grande scrittore e un grande
amico. Un uomo di cuore che ha vissuto con grande emozione e
passione, emanava un calore umano straordinario. Un personaggio
assolutamente significativo per tutti i libri che ha scritto e
che hanno avuto come tema la vita della società israeliana e le
paure degli israeliani". Così David Grossman ha ricordato il suo
amico Abraham Yehoshua recentemente scomparso, nel corso del
Biografilm Festival ieri sera a Bologna. Durante la serata in
collaborazione con la Repubblica delle Idee, dal palco di Piazza
Maggiore, lo scrittore è stato intervistato da Maurizio
Molinari, prima della proiezione del documentario 'Grossman' di
Adi Ardel.
"Io ho avuto la grande fortuna di averlo come maestro e come
mentore e il privilegio di essere considerato un amico - ha
detto ancora -. Ho avuto la fortuna di sentirlo al telefono la
sera prima che morisse. Lui sapeva che aveva poche ore da vivere
eppure ha trovato l'energia di chiedermi come stavo, come stesse
la mia famiglia e come stessero i miei figli. Mi ha chiesto una
riflessione sulla nostra amicizia che è durata 40 anni. Di
quest'amicizia ricordava dei dettagli piccolissimi, ha avuto
l'energia e la forza di intraprendere quella sera una
conversazione piuttosto impegnativa, alla fine mi ha detto che
la nostra amicizia per lui è stata un dono e su questa frase ci
siamo lasciati. Il giorno dopo lui è morto".
Della vita e della morte parla anche il documentario di Adi
Ardel, evento speciale in anteprima italiana a Biografilm
Festival e su IWonderfull dal 21 giugno. "Ho imparato qualcosa
da quando Uri è stato ucciso, che porto nella mia scrittura",
dice David Grossman nel documentario che prova a raccontare
l'uomo oltre lo scrittore, segnato inevitabilmente dalla morte
del figlio ventenne secondogenito Uri, ucciso nel 2006 durante
la guerra del Libano. "Non sono religioso, non credo in Dio. Non
credo nella vita dopo la morte, non credo nel paradiso e
nell'inferno. Credo solo in ciò che sta succedendo adesso -
spiega Grossman nel documentario - Ma c'è un modo, un solo modo
in cui possiamo forse avere una labile percezione di ciò che sta
accadendo là, oltre il muro ermetico della morte. Forse possiamo
sentire cosa significa non esistere e allo stesso tempo
percepire la pienezza della vita. E c'è una sola cosa che può
darci il non essere assoluto e l'essere assoluto, ed è l'arte. È
quello che cerco quando scrivo, i momenti in cui sento di
toccarli entrambi".
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