JOHN MCCABE, BABE (SAGOMA, PP. 368,
EURO 25)
Oliver Hardy, genio della comicità e "attore nato". Nel privato,
"un uomo serio e riflessivo" e "piuttosto religioso" tanto che
"leggeva la Bibbia ogni mattina a letto". Esce in Italia -
disponibile dal 26 aprile - la biografia di uno dei volti più
celebri del cinema americano, il leggendario 'Ollio' che, in
coppia con 'Stanlio', ha regalato buon umore a intere
generazioni di spettatori.
Babe risale al 1989 e ora sarà disponibile per i tipi di Sagoma,
editore specializzato in spettacolo e umorismo, che nel catalogo
vanta volumi su Gene Wilder, Richard Pryor, Monty Python, Jerry
Lewis.
Oliver Hardy veniva chiamato Babe perché "senza i baffi a
spazzola che in seguito usò per darsi un'età, ha il classico
viso da bambino, con le guance rotonde come mele, gli occhi
innocenti, una faccia da smorfie e broncio. Per molti versi è il
volto che manterrà per tutta la sua vita lavorativa: quello di
un ampolloso cherubino", racconta McCabe.
In queste pagine, ricche di materiale fotografico, si scopre un
Hardy quindicenne che "come molti altri ragazzi corpulenti di
provincia, aveva imparato presto a fare il pagliaccio, sia per
attenuare il dolore causato dalle classiche canzonature tipo
"Grassone, grassone!", che per ottenere approvazione. Sapeva che
la risata portava conforto e piacere, e provocarla era fonte di
orgoglio. Si rendeva conto che se la gente ride con te, non può
ridere di te", fa sapere McCabe.
Oltre alla recitazione, Babe aveva una passione sfegatata per il
golf. Ma, rivela McCabe, Hardy era preso anche dal vizio del
gioco d'azzardo e in California, "una volta decollata la
carriera, seguì i cavalli e cercò i casinò".
"Nei primi anni a Hollywood Babe, il suo amico Charlie Lamont e
la consorte di quest'ultimo, una ragazza di Atlanta, presero
l'abitudine di andare al Caliente ogni fine settimana per
giocare ai cavalli e alla roulette. Inizialmente il vizio del
gioco di Babe era sotto controllo. Poi, forse per distrarsi
dalla crescente dipsomania da parte della moglie Myrtle, Oliver
trascorse sempre più tempo alle corse. Nel 1926 dissipò in
questo modo la maggior parte dei suoi guadagni", scrive McCabe.
John McCabe, docente e autore americano, nato nel 1920 e
scomparso nel 2005, conobbe Stan Laurel e Oliver Hardy a
Birmingham, in Inghilterra. Per la stesura di Babe, raccolse
anche la testimonianza di Lucille, moglie di Hardy: "Sono
profondamente grato a questa donna affascinante e sincera per
avermi regalato i racconti della sua vita di coppia", afferma
McCabe nella prefazione. Tra le altre pubblicazioni di John
McCabe: Mr Laurel and Mr Hardy (1961) e Stan Laurel. Viaggio nel
cosmo comico di Stanlio (1974), entrambi editi in Italia da
Sagoma.
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