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Riemersi dalla notte, un libro per il Giorno della memoria

Riemersi dalla notte, un libro per il Giorno della memoria

Saggio della giornalista francese Élise Karlin

ROMA, 25 gennaio 2024, 17:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ÉLISE KARLIN, RIEMERSI DALLA NOTTE - L'UFFICIO DEI DESTINI PERDUTI E RITROVATI (LINDAU, PP. 192, EURO 19) Un libro per ricucire pezzi di memoria. Riemersi dalla notte, edito da Lindau - e disponibile dal 27 gennaio -, è un saggio della giornalista francese Élise Karlin. Nel volume viene raccontata la storia degli Archivi Arolsen che, con i loro ventisei chilometri di scaffali e cinquanta milioni di fascicoli, costituiscono il più grande archivio al mondo sulla deportazione nazista. Istituiti nel 1945, oggi sono Patrimonio dell'Unesco. Si trovano nella città tedesca di Bad Arolsen.
    Conservano documenti e informazioni su oltre diciassette milioni di persone e poi effetti personali, fotografie, mappe, disegni, grafici, quaderni, liste (anche la Schindler's List). Una delle missioni degli Arolsen è restituire agli eredi dei deportati gli oggetti prelevati ai loro cari al momento dell'internamento. "Ho preso il treno fino a Dortmund e ho seguito il Gps dell'auto a noleggio fino a Bad Arolsen, una piccola località lungo la strada della foresta renana. È lì che ho incontrato Nathalie Letierce-Liebig. Mi ha raccontato la storia degli Archivi Arolsen, che lei dirige, creati dopo la Seconda Guerra Mondiale per ritrovare le tracce dei milioni di persone scomparse, deportate o costrette a lavorare per il Reich", scrive l'autrice. Una delle storie presenti nel libro è quella di Claire Steinberg, nata in Romania nel 1918, arrivata in Francia nel 1935. Nel 1944 viene arrestata dalla Gestapo di Tolosa.
    Trasferita a Compiègne, viene deportata in Germania con il convoglio del 31 gennaio 1944, che arriva al campo di concentramento di Ravensbrück il 3 febbraio. Nel 2019 le sue spille vengono restituite al figlio, grazie agli Archivi Arolsen. "Due spille antiche, due gingilli d'anteguerra: un fiore in metallo dorato ornato da una perla, e un altro di fili intrecciati, otto petali di un rosa scolorito intorno a un cuore blu sbiadito e uno stelo argentato. Claire Steinberg le indossava quando è arrivata al campo di concentramento di Ravensbrück, il 3 febbraio del 1944. Le erano state confiscate quando era stata incarcerata, debitamente registrate su un apposito modulo e spedite a suo figlio settantacinque anni più tardi, insieme ad altri documenti che la riguardavano", riporta Karlin.
    "Ho deciso di raccontare questo lavoro di restituzione degli Archivi Arolsen, di condividere una narrazione intessuta con le parole dei testimoni di questi passati resuscitati. Tutti loro lottano contro l'oblio. Mi sono messa al lavoro. Ho indagato", spiega Karlin che nei vari capitoli ricostruisce anche ciò che è accaduto alla sua famiglia, a cui il libro è dedicato. Il bisnonno morì nel campo di sterminio di Sobibór. "Uno dopo l'altro, ho riannodato i fili della mia storia. Raccontando altre tragedie, incontrando altri portatori di antichi dolori in cerca di radici, ho ricucito i pezzi della mia memoria. Cosa resterà dei cari che abbiamo perduto quando tutti coloro che pronunciavano i loro nomi saranno scomparsi? Delle testimonianze di vita. Dei nomi scritti. I milioni di cartoncini negli schedari degli Archivi di Arolsen. Delle lapidi il cui inchiostro sbiadito si erge per sempre contro l'oblio", conclude l'autrice.
   

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