(di
ALDO GIORGIO SALVATORI , NAUFRAGIO
NEL CONTROMONDO, SOLFANELLI, PP. 196, EURO 13.
Paradossi, blasfemie, furia iconoclasta, pretese
socio-politiche, dissolvimento dei principi morali, disfacimento
di ratio e tradizione. Potrebbero sembrare le tessere che
compongono il mosaico di un distopico mondo alla rovescia
medievale, raccontato da qualche oscurantista. Invece sono i
lucidi rilievi che il giornalista Aldo Giorgio Salvatori espone
nel suo ultimo saggio, Naufragio nel Contromondo, avviando
un'acuta indagine speculativa sulla società odierna,
accompagnata, in appendice, da un'intervista al filosofo
Marcello Veneziani.
Presentato al Castello di Fumone, storica dimora aristocratica
nei pressi di Roma, Naufragio nel Contromondo si
contraddistingue per l'ardito approccio critico, in un presente
in cui la critica è morta e sepolta sotto i colpi distruttivi
del pensiero unico.
A partire da notizie di attualità Salvatori propone cinquanta
brevi riflessioni su temi molteplici, tra i quali la diffusa
decadenza mediatica, gli effetti della globalizzazione, le
inopportune sovrapposizioni etiche del presente, le istanze
femministe, le pressioni del mondo LGBTQ, la sessualità
ostentata, i danni incassati ogni giorno a causa della cancel
culture dilagante.
Il mondo attuale sta naufragando, questa la previsione. L'unica
possibilità di sopravvivenza - a largo delle condanne senza
appello, del disinibizionismo e dell'oltraggio, delle battaglie
tra sesso biologico e identità di genere, dell'ossessivo
marketing del gender fluid - è quello di guardare alla storia
dell'umanità, rintracciando esempi di nobiltà e bellezza di
fronte ai quali è possibile soltanto annuire umilmente. Mozart,
Adriano, Canova, Leonardo, Michelangelo, Herman Hesse, Thomas
Mann, Caravaggio. Non si tratta di indire crociate, ma di
riflettere sulla posatezza che occorre al genere umano per
vivere in dignità.
Nella sua indagine Salvatori cita nomi di costituzionalisti,
medici, scrittori come Giovanni Maria Flick, Michele Ainis,
Umberto La Morgia, Giorgio Ponte, Silvana De Mari, di
orientamenti anche diversi, ma uniti dal comune intento di
ritrovare i valori che fanno il decoro di un popolo.
In una fantascientifica e ironica postfazione Adriano Monti
Buzzetti, giornalista RAI, scrittore e saggista immagina una
lezione del 2121 all'Università La Sapienza di Roma, dove si fa
memoria dell'erudito Aldus Georgius Salvatorius, salvifico già
nel nome per una società globale a rischio di naufragio.
Monti Buzzetti sintetizza lo scenario descritto dall'autore,
fatto di: "barbarie ipocritamente mascherate da usanze
religiose; di animali da compagnia con gualdrappe firmate da
stilisti di grido, che scodinzolano altezzosi di fronte a
bambini denutriti; doverosi salvataggi in mare confusi ad arte
con pretese di cittadinanza, e di grandi uomini del passato
processati da piccoli uomini del presente in base a criteri
inesistenti nella loro epoca". L'auspicio è che i principi dei
nostri avi non siano spazzati via dall'incertezza di una società
tanto liquida da appressarsi ad una liquefazione apocalittica.
Che si possa ragionare ancora, in virtù di un nuovo e genuino
sentimento di appartenenza.
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