SUSAN J. BRISON, DOPO LA VIOLENZA. LO
STUPRO E LA RICOSTRUZIONE DEL SE' (Il Margine, pp. 230, 19.50
euro). Un memoir, ma anche una riflessione filosofica, per
provare a ricostruirsi e a ripensare la propria stessa presenza
nel mondo dopo il trauma di una aggressione tanto feroce quanto
priva di una spiegazione razionale: in occasione della Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
del 25 novembre, arriva in libreria con Il Margine il libro di
Susan J. Brison, dal titolo "Dopo la violenza. Lo stupro e la
ricostruzione del sé" (traduzione di Maria Chiara Piccolo). Nel
volume l'autrice, docente presso la cattedra di Etica e Valori
umani «Eunice and Julian Cohen» e professoressa di Filosofia al
Dartmouth College (New Hampshire, USA), racconta la drammatica
esperienza dello stupro subito la mattina del 4 luglio 1990,
durante una passeggiata nel sud della Francia. Sopravvissuta e
curata, Brison si è ritrovata però a raccogliere i pezzi del suo
mondo distrutto: in questo libro, con la prefazione di Patrizia
Romito, l'autrice propone al lettore il suo percorso,
affrontando il tema della violenza sulle donne da una
prospettiva interdisciplinare, tra memoria e verità, identità e
sé, autonomia e comunità. A fronte di un trauma che sconvolge la
memoria, traccia confini invalicabili tra passato e presente e
rende incapaci di immaginare un futuro, l'atto di testimoniare -
sostiene Brison - è il solo in grado di dare un senso e
facilitare il recupero, integrando l'esperienza nella storia
della vita del sopravvissuto.
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