MARIO NANNI, ''SULLA GIOSTRA DELLA
MEMORIA. Persone e parole di sei generazioni'' (Media&Books,
pag. 383, euro 19,00)
Salentino di Nardò, Mario Nanni ha riportato alla luce la sua
infanzia in un bel libro di memorie. Ma non aspettatevi che il
giornalista sagace, capace di ritratti inediti del Parlamento
italiano, si dilunghi in vicende personali. Come nel suo stile
Nanni sa attingere dalla sua grande esperienza di salentino
arrivato a Roma nel 1975, laureato in filosofia, giornalista
parlamentare dal 1977 che ha seguito più stagioni della storia
italiana dal cuore di quel sistema che si chiama Parlamento fino
a ruoli apicali. In questo caso parte dalla sua infanzia in un
Salento che odora di altri secoli, dove la pratica è ancora
quella della mezzadria, la tecnologia inesistente e l'uomo si
affida alle sue braccia e alla sua astuzia come da millenni.
L'autore pone letteralmente il lettore su una giostra, lo porta
nella Masseria del Fiume, gli fa incontrare intorno al focolare
della sera storie e personaggi leggendari come quella del
massaro Paolo, padre padrone a modo suo filosofo di quel piccolo
mondo antico che domina con energie ineguagliabili. Uomini che
sanno raccontare storie con straordinaria capacità affabulatoria
perché sono l'unica forma di intrattenimento, forse insieme a
quella dell'amore con intrecci da romanzo rosa di cui poi si
sparlava in lungo e in largo, ognuno mettendo del suo.
''Un patrimonio verbale e sonoro - scrive Nanni - tramandato
di padre in figlio, e qui recuperato e sottratto all'oblio''. Un
lavoro storico e filologico dunque, che non pretende però se non
di essere piacevolmente letto. Per questo i capitoli si
alternano tra epoche diverse, con foto e poesie riscoperte in
una preziosa sequenza di volti e situazioni. Con i racconti
''clericali'' e il vescovo che invocava i fascisti nelle
campagne, preti libertini, ricordi di scuola, ritratti di
insegnanti e maestri, Assunta Colazzo, Luigi Tarricone, Luigi
Camassa, Nicola Cavallo, Antimo Negri, Giuseppe Prestipino fino
a Sergio Lepri, storico direttore dell'ANSA quando si aveva
ancora la voglia e la capacità di voler lasciare un segno nelle
generazioni future. Ci prova anche Nanni, che all'ANSA è stato a
lungo, anche a capo della redazione politico-parlamentare e poi
caporedattore centrale, con il consueto tono scanzonato, ma che
cela una profondità di racconto che a volte commuove.
''Questo libro - spiega - è una 'festa della memoria', più
che di memorie. Voci di un passato, di generazioni, fatta di
aneddoti, proverbi, motti sapienziali, ricordi scolastici,
universitari, figure di maestri, voci del Parlamento''. Insomma
l'autore, attraverso la sua esperienza, cerca di dimostrare che
la cosiddetta cultura popolare, quella dei nostri nonni (a cui
tra gli altri il libro è dedicato), ha una sua nobiltà. Ma Mario
Nanni fa ancora di più, la rende viva.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA