ANTONELLA NAPOLI, IL VESTITO AZZURRO.
UN REGIME DIMENTICATO E IL CORAGGIO DI UNA GIORNALISTA (People,
pp.160, 16 euro). "Ho improntato i miei racconti all'insegna
dell'indignazione. Indignare per abbattere l'indifferenza e per
spingere ad agire. È solamente la sorte che ci fa nascere al
sicuro o in pericolo. E chi è più fortunato ha delle
responsabilità nei confronti degli altri. Soprattutto quando sei
una donna". Racconta così le motivazioni che animano il suo
ultimo lavoro la giornalista e analista di questioni
internazionali Antonella Napoli, autrice de "Il vestito
azzurro", in libreria dal 18 febbraio con People. Al centro del
volume le settimane travagliate della caduta del regime di Omar
Hassan al-Bashīr, a partire dalle rivolte del pane, con lo
sguardo della scrittrice che senza paura si posa sulle strade di
Karthoum, segnate dagli scontri violenti tra il governo e i
contestatori, per raccontare le storie di chi ha combattuto per
la conquista della libertà. Il coraggioso viaggio di Napoli -
unica giornalista occidentale in Sudan durante le rivolte che
hanno portato alla caduta del dittatore al-Bashīr nell'aprile
del 2019 - arriva poi fino al Darfur, dove avviene l'incontro
con la giovane rifugiata Hiba da cui deriva il titolo del libro.
Poi però, quando rientra a Karthoum, la giornalista viene
fermata e sottoposta a un duro interrogatorio, il cui esito
infausto viene scongiurato solo grazie all'intervento tempestivo
dell'ambasciata italiana e del Ministero degli Esteri.
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