di Marzia Apice
FRANCESCO PANELLA, FORSE NON TUTTI
SANNO CHE IN AMERICA... Curiosità, storie insolite e segreti del
Paese a stelle e strisce (Newton Compton Editori, pp.288, 10
Euro). Altro che junk food: negli Stati Uniti il cibo è una
questione di "connessione tra la terra e l'uomo", commistioni di
culture, determinazione, accanto a creatività e capacità
imprenditoriale. Lo spiega bene Francesco Panella nel suo libro
"Forse non tutti sanno che in America...", edito da Newton
Compton: in poco meno di 300 pagine il ristoratore e
imprenditore italiano, partendo dalla sua esperienza di vita e
lavoro negli Stati Uniti, compie un viaggio nel Paese a stelle e
strisce, svelandone la vera anima culinaria, tra aneddoti,
storie esemplari, sapori, materie prime e modelli di business.
Dal Northeast al West, dal Midwest al South, l'autore gira gli
Stati Uniti in lungo e in largo, alternando luoghi celebri e
mete turistiche per eccellenza a piccoli centri poco conosciuti,
ma animati da comunità operose e coraggiose. Certo, in un libro
che invita alla scoperta on the road, è difficile ora pensare di
poter viaggiare nell'epoca del covid, ma Panella racconta
proprio come a causa del virus tanti ristoratori, chef e
imprenditori del settore food si siano riorganizzati dimostrando
di saper resistere alle difficoltà. E in fondo è proprio questo
che si legge tra le righe di un libro solo apparentemente
dedicato al cibo: la capacità di riadattarsi, di ingegnarsi, di
credere in se stessi puntando sulla qualità e dimostrando
abnegazione e forza di volontà, sono valori che da sempre hanno
contraddistinto il popolo americano e ai quali bisogna ispirarsi
soprattutto adesso che la pandemia ha ridisegnato orizzonti e
scenari per tutti.
Il libro trasporta il lettore in luoghi affascinanti, che
davvero sarebbe bello andare a visitare, per mangiar bene,
certo, ma anche per comprendere più a fondo l'America. Eccoci
allora a New Haven, Connecticut, seguendo la storia lunga 125
anni degli hamburger del Louis Lunch, serviti in due fette di
pane tostato e mai dentro al "bun", preparati seguendo una
ricetta antica e segreta di cinque tagli di manzo e cotti sulle
griglie d'epoca; a Boston, Massachusets, nel vivace Stillwater,
il nuovo locale della chef Sarah Wade per assaggiare
esclusivamente il "comfort food" più classico, ed essere
inondati, oltre che di ingredienti di prima qualità, anche di
"coccole e affetto". Poi andiamo nel Maine, dove le acque gelide
sono l'habitat perfetto di aragoste di qualità pescate da
appassionati pescatori, la cui attività ora è messa in ginocchio
dal covid; a Yermo, California, in mezzo al deserto ci si
catapulta direttamente negli anni '50 grazie al Peggy Sue's
Diner, luogo di prelibati cibi succulenti e nostalgici cimeli,
kitsch e ironici. E ancora, arriviamo nella piccola Balltown,
Iowa, per scoprire la tradizionale torta "pie" americana seduti
ai tavoli del Breitbach's Country Dining, in attività dal 1852,
di proprietà e gestito dalla stessa famiglia da sei generazioni
o a Baton Rouge, Louisiana, per impadronirci al "Jerry Lee's
Cajun Foods" dei segreti della celebre e amatissima cucina
cajun, fatta di ingredienti semplici e a basso costo.
In questo viaggio dai tanti km e dai mille sapori, dove ogni
pietanza ha un gusto complesso che va molto al di là del
semplice cibo e che racconta una storia fatta di tradizione e
innovazione, Panella costruisce un lunghissimo e sorprendente
itinerario, e correda ogni paragrafo anche di indirizzi e siti
internet per permettere di rintracciare con facilità ogni luogo.
Sognando un assaggio e l'altro, questo libro sembra perfetto per
gli appassionati degli Usa ma anche per i detrattori di una
cucina troppo spesso vittima di facili pregiudizi e guardata con
superficialità.
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