L'editoria italiana è sempre più
internazionale. Nel 2019 sono stati ceduti 8.569 diritti, con un
+8,7% rispetto al 2018. E crescono, anche se a ritmo meno
sostenuto, i diritti acquistati: sono 9.648, +3,1% rispetto al
2018. È quanto viene fuori dai dati 2019 dell'Osservatorio
dell'Associazione Italiana Editori (AIE) sull'import-export dei
diritti, presentati a Più libri più liberi, la fiera nazionale
della piccola e media editoria, in programma fino all'8 dicembre
al Roma Convention Center La Nuvola. L'indagine mostra una
trasformazione strutturale dell'editoria italiana che guarda
sempre più ai lettori stranieri: dal 2001 ad oggi la vendita dei
diritti è aumentata di circa cinque volte (nel 2001 erano
1.800). Nello stesso periodo, invece, gli acquisti sono quasi
raddoppiati: erano 5.400. Stabile, rispetto al 2018, la
ripartizione per generi più venuti. Bambini e ragazzi e
narrativa italiana, insieme, coprono il 64,3% di tutti i diritti
venduti ma, mentre la percentuale dei primi è in lieve calo, dal
39% al 38%, la narrativa italiana cresce, dal 25,4% al 26,3%. A
seguire la saggistica al 20,6%, gli illustrati al 10,5% e la
manualistica al 4,6%. I dati fanno vedere che le piccole case
editrici continuano ad acquistare più diritti di quanti ne
vendano. Ma se gli acquisti crescono del 2,9%, l'export cresce a
tassi molto più sostenuti, +16,5%. Quasi la metà degli acquisti
di diritti, il 49,5%, è coperta dai piccoli e medi editori
mentre i diritti venduti rappresentano il 23,8% del totale. Il
Paese europeo dove si è venduto di più nel 2018 è la Spagna con
il 20,3% del totale.
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