Fa ancora un notevole effetto sentir parlare in prima persona Giovanni Paolo II, anche se soltanto dalle pagine di un libro: è la sua voce a riecheggiare, come in un racconto dall'aldilà, mentre ripercorre la propria vita nel volume "Immortale. Da Lolek a San Giovanni Paolo II, la grande storia di un uomo venuto da lontano", edito da Rai Eri, che Antonio Preziosi, giornalista e scrittore, già direttore di Radio 1 e del Giornale Radio Rai, ha scelto di dedicare al Papa Santo. Senza mai dimenticare di descrivere ogni fatto con estremo rigore storico e giornalistico, grazie all'accurato lavoro di documentazione dell'autore, il libro analizza tutte le tappe vissute dall'uomo e dal Papa, mantenendo l'appeal di un romanzo.
Nel racconto dell'eccezionale storia di questo amatissimo e rivoluzionario personaggio, che attraversò il secolo scorso con grande carisma umano e spirituale e che ebbe sempre a cuore i giovani e i più umili, non poteva certo mancare lo spazio per i sentimenti forti: come accade proprio all'inizio del libro, in cui viene rivissuto il tragico attentato di cui Wojtyla fu vittima il 13 maggio 1981 per mano di Alì Agca. Con la prefazione del cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, per quarant'anni a fianco di Wojtyla, "Immortale" offre un ritratto completo ed esaustivo del protagonista e una lettura appassionante. Ma nel libro compaiono anche numerosi dettagli sconosciuti o addirittura inediti. Preziosi infatti riporta particolari relativi all'attentato e all'incontro di Giovanni Paolo II con il turco che gli sparò, e torna sulla foto, all'epoca molto criticata, che ritrae il Papa al balcone con il dittatore del Cile Pinochet. L'autore, grazie alla scoperta di un video della tv cilena, smentisce di fatto quell'episodio, dimostrando che in realtà fu il dittatore a organizzare l'incontro mentre Wojtyla non ne sapeva nulla. Il libro, le cui pagine sono arricchite da fotografie che testimoniano l'intero percorso del Papa, dagli inizi alla fine del suo pontificato, ha inoltre ispirato anche la mostra omonima, a cura di Fabio Di Gioia, allestita dal 28 maggio all'Archivio di Stato di Torino, città dove è custodita la Sacra Sindone, reliquia a cui Wojtyla fu particolarmente legato.
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