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Protesta femminista, 'la Biennale spenga i riflettori sugli stupratori'

Protesta femminista, 'la Biennale spenga i riflettori sugli stupratori'

Flash mob contro la Mostra del Cinema per Allen, Polanski e Besson

VENEZIA, 04 settembre 2023, 22:35

Redazione ANSA

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Protesta femminista - RIPRODUZIONE RISERVATA

Protesta femminista - RIPRODUZIONE RISERVATA
Protesta femminista - RIPRODUZIONE RISERVATA

Clamorosa protesta questa sera davanti al tappeto rosso del Palazzo del cinema durante il red carpet di Coup de chance mentre passava il regista Woody Allen con la moglie Soon-Yi Previn. "Spegnete i riflettori sugli stupratori" hanno gridato un gruppo di donne, ma anche alcuni uomini, inscenando un flash mob nella zona antistante tra il Palazzo e il Casinò anche mettendosi a seno nudo, prima di essere dispersi dalla sicurezza. Hanno diffuso un volantino in cui sottolinea la presenza al festival con altrettanti film di tre persone che sono state coinvolte in procedimenti penali per casi di abusi e violenze sessuali: Roman Polanski, Woody Allen e Luc Besson.

"Quest'anno la Biennale del cinema di Venezia ha scelto di dare spazio a registi coinvolti in vicende di violenze sessuali contro donne, anche minorenni. Le scuse, accampate dal direttore della Mostra Alberto Barbera, seguono il vecchio copione della distinzione tra uomo, responsabile davanti alla legge, e l'artista il cui genio non è mai giudicabile poichè superiore e libero da responsabilità terrene. Non fareste mai sfilare sul red carpet chi ha agito, solo per citare gli ultimi casi, gli stupri di Palermo, Caivano e Milano", si legge nel volantino in italiano e in inglese, diffuso stasera in cui si cita anche Luca Barbareschi per una discussa intervista di mesi fa.

"La Biennale sceglie di non interessarsi alla questione, ma noi sappiamo - dicono le manifestanti - che lo spazio per parlare di violenza di genere è ovunque perchè ovunque accade. Denunciamo oggi la condotta di luoghi come la Mostra di Venezia, che dovrebbe veicolare la cultura del consenso, del rispetto e del credere a chi subisce la violenza ma che di fatto scelgono di continuare a legittimare la cultura dello stupro".

"Siamo attiviste provenienti da tutto il Veneto, tra cui Centro sociale Morion di Venezia e Non una di meno, per protestare la scelta, richiamare l'attenzione sulla presenza sul red carpet di persone che hanno 17 capi di accusa in un paese dove ci si scandalizza del fatto che 7 ragazzi in branco stuprano una minorenne invece fa parte della cultura dello stupro", ha sottolineato una giovane donna a margine del flash mob.
   

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