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Kursk, disaster-thriller subacqueo firmato Vinterberg

Kursk, disaster-thriller subacqueo firmato Vinterberg

Schoenaerts e Seydoux protagonisti tragedia del sottomarino

ROMA, 21 luglio 2023, 20:14

di Francesco Gallo

ANSACheck

Kursk, disaster-thriller subacqueo firmato Vinterberg - RIPRODUZIONE RISERVATA

Kursk, disaster-thriller subacqueo firmato Vinterberg - RIPRODUZIONE RISERVATA
Kursk, disaster-thriller subacqueo firmato Vinterberg - RIPRODUZIONE RISERVATA

Kursk poteva essere il solito disaster-thriller subacqueo con protagonista un sottomarino pieno di marinai in difficoltà in fondo all'oceano, se il regista non fosse stato il danese Thomas Vinterberg (Festen) capace di raccontare i sentimenti umani con verità e senza la retorica dell'eroismo. Ispirato alla vera vicenda del K-141 Kursk, sottomarino russo a propulsione nucleare che colò a picco nel Mare di Barents nell'agosto del 2000, il film, in sala dal 27 luglio con Movie Inspired, racconta appunto le vicende di quei ventitré marinai superstiti che lottarono per sopravvivere negli spazi angusti di questo sottomarino di ultima generazione, adagiato a 500 metri sul fondo del mare. E questo mentre le loro famiglie combattevano disperatamente contro la reticenza della marina russa nel rivelare cosa davvero fosse accaduto, consapevole di quanto fossero inadeguati i loro mezzi di salvataggio. Il film, tratto dal libro omonimo di Robert Moore, racconta questa storia con protagonista uno straordinario Matthias Schoenaerts, nei panni del capitano Mikhail Kalekov, leader dei superstiti e sposato con la solidissima Tanya (Léa Seydoux). E questo grazie allo sceneggiatore Robert Rodat (Salvate il soldato Ryan) che si è avvalso a sua volta dell'aiuto del commodoro David Russell (Colin Firth), che aveva guidato la missione di recupero del Kursk organizzata dalla Royal Navy britannica dopo che la Marina Russa purtroppo tardivamente aveva dato forfait. Va detto che il Kursk era l'orgoglio della flotta del nord, considerato 'inaffondabile' era due volte più grande di un jumbo e lungo più di due campi da calcio, un sottomarino pieno di segreti e nuove tecnologie e dunque da proteggere. "La tragedia di Kursk è una vicenda che conoscevo solo a grandi linee - dice il regista Thomas Vinterberg, cofondatore del movimento danese Dogma 95 -. Ma la cosa che mi è rimasta impressa, riportata dai telegiornali, sono stati i colpi provenienti dallo scafo del sottomarino, questo disperato grido d'aiuto da parte dei superstiti". E ancora il regista: "Robert Rodat, che ha scritto ogni singola parola del copione, si è sforzato di trovare la verità celata in questa storia. È stata una enorme sfida perché nessuno sa esattamente cosa sia successo davvero. Non c'è nessun superstite e quindi abbiamo dovuto circondarci di quanti più esperti possibile. Poi ci siamo trovati davanti alla difficoltà di dare drammaticità alla storia - continua Vinterberg -. Per esempio, il protagonista nel libro non ha figli mentre nel nostro film ne ha uno e un altro in arrivo. Quello che volevamo realizzare era un ritratto che rappresentasse tutti i militari imbarcati sul Kursk e tutti i loro settantuno figli rimasti orfani". "La sceneggiatura - conclude il regista - tratta il tema universale del trascorrere del tempo, che prima o poi tutti noi dobbiamo affrontare. Il film tocca ovviamente temi politici e parla di una bellissima storia d'amore, ma è stato soprattutto un'opportunità fondamentale per parlare del tempo che fugge. C'è un coraggio estremo nel modo in cui queste persone fanno i conti con il bisogno di dover dare un ultimo addio". Nel cast del film anche: Max von Sydow, nel suo ultimo ruolo, quello dell'ammiraglio Boris Nikolayevich Yeltsin, Michael Nyqvist, Peter Simonischek, Martin Brambach, Guido De Craene, Geoffrey Newland, Steven Waddington, August Diehl, Matthias Schweighöfer, Zlatko Buric, Joel Basman, John Hollingworth, Gustaf Hammarsten, Lars Brygmann, Katrine Greis-Rosenthal e Bjarne Henriksen

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