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Audiovisivo, 100 milioni investiti ne generano il triplo

Audiovisivo, 100 milioni investiti ne generano il triplo

Settore crea migliaia di posti di lavoro, ma manca la manodopera

ROMA, 11 luglio 2023, 20:37

(di Francesca Pierleoni)

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Per ogni euro investito nel settore cineaudiovisivo, se ne creano 3,54, anche in altri campi economici. Cento milioni investiti creano migliaia di posti di lavoro: potenzialmente una media di 2281 occupati in più non concentrati solo nel settore ma che comprendono anche, fra gli altri, manifattura, costruzioni, istruzione, sanità e agricoltura. Un numero che cresce molto quando l'investimento va nel Mezzogiorno (su 100 milioni investiti in media si creano 3163 occupati in più). Sono fra i dati illustrati da Andrea Montanino, Chief Economist e Direttore Strategie Settoriali e Impatto di Cassa Depositi e Prestiti, nel convegno organizzato a Roma all'Anica L'occupazione nella filiera cineaudiovisiva tra trasformazioni industriali, effetti della pandemia e rivoluzione digitale. Una grande incognita è anche la carenza di manodopera nonostante l'alta richiesta: servono, nei prossimi anni, 50mila nuovi addetti nelle imprese audiovisive. Tecnici audio video, operatori di ripresa e produzione audiovideo, registi, direttori artistici, sceneggiatori, scenografi, tecnici di produzione radio tv, cinematografica e teatrale, tecnici web, ingegneri industriali e gestionali, tecnici di marketing. Posti di lavoro qualificati, altamente specializzati. I candidati però sono difficili da trovare. Ad esempio, il 57% delle imprese fatica ad assumere tecnici web per il settore, il 51% non reperisce ingegneri, il 41 non trova esperti in applicazioni audio video (18 mila i posti vacanti). "La filiera cineaudiovisiva oggi è un settore in controtendenza - aggiunge Montanino -. Mentre per altri si parla di deglobalizzazione e nazionalismi, questo va nella direzione opposta". La rivoluzione digitale "ha ridotto le barriere geografiche". Inoltre è un settore unico perché il suo elemento principale "è il capitale umano". Siamo in un quadro di costante crescita dell'export per la produzione europea (dal 2014 al 2021 +70%). L'origine di questo cambiamento sono "le piattaforme, che hanno reso il mercato sempre più globale. Aumenta la domanda di contenuti digitali, con poco meno di un miliardo e mezzo di utenti abbonati all'online video, mentre è stagnante la pay tv, scendono tv via cavo e satellite". Tra le criticità per l'Italia c'è anche la mancanza di grandi imprese nell'audiovisivo, quelle che trainano la crescita nel settore: solo 7 sono quelle con più di 250 addetti su otto mila operatori.

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