"Niente è più bello di quello che
si ha sotto gli occhi e si avvia a scomparire". Questa la frase
tormentone di Hikari (Radiance) della regista giapponese Naomi
Kawase, passato in concorso a Cannes e accolto da applausi alla
prima stampa.
Un film sulla luce e sul cinema, ma anche un'opera sull'amore.
Si affronta la cecità, quella anche più dolorosa perché colpisce
un fotografo e artista come Masaya Nakamori (Masatoshi Nagase),
che ha preso l'abitudine di frequentare versioni
cinematografiche per non vedenti. Qui incontra Misako Ozaki
(Ayame Misaki), autrice appassionata di queste versioni e che
descrive, attraverso le parole, quelle immagini che i ciechi non
possono vedere.
"Questo film vuole parlare di quando la luce incontra il buio
e tutto diventa un incubo, ma soprattutto tratta dell'amore per
il cinema" dice la regista sulla Croisette.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA