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Marie Heurtin, da buio e silenzio alla luce

Marie Heurtin, da buio e silenzio alla luce

Storia vera della Hellen Keller francese in film di Améris

ROMA, 28 febbraio 2016, 13:28

Francesca Pierleoni

ANSACheck

CINEMA: MARIE HEURTIN, DAL BUIO E SILENZIO ALLA LUCE © ANSA/EPA

CINEMA: MARIE HEURTIN, DAL BUIO E SILENZIO ALLA LUCE © ANSA/EPA
CINEMA: MARIE HEURTIN, DAL BUIO E SILENZIO ALLA LUCE © ANSA/EPA

   Molti, anche grazie al film Anna dei miracoli di Arthur Penn (tratto dall'opera teatrale di William Gibson) conoscono la straordinaria vicenda della statunitense Helen Keller (1880-1968), sorda e cieca da quando aveva 19 mesi, che grazie all'aiuto della sua istitutrice imparò a interagire con il mondo, diventando poi scrittrice, insegnante e attivista per i diritti dei disabili. Una storia simile, negli stessi anni, accaduta in Francia a una quattordicenne sordo-cieca, viene raccontata con grande intensità e un tocco di leggerezza in Marie Heurtin - Dal buio alla luce di Jean-Pierre Améris, con Ariana Rivoire (che nella vita è realmente sorda) e Isabelle Carré, in sala con Mediterranea dal 3 marzo in 30 copie. Il regista, già autore, fra gli altri, di Emotivi anonimi e dell'adattamento da Victor Hugo dell'Uomo che ride, tende a raccontare "storie che mi riguardano, che conosco. Anch'io in una certa forma ho faticato a entrare in contatto con gli altri da adolescente, una cosa che capita a molti teenager - spiega oggi a Roma Améris -. Mi piace parlare di personaggi che conquistano la propria libertà, ammiro chi nonostante abbia un handicap, o sia ai margini, trova il modo di comunicare con il mondo".
    A fine '800, Marie Heurtin, ragazzina sordocieca, ribelle e selvaggia, che nemmeno i genitori contadini riescono a controllare, fa un incontro fondamentale nell'Istituto Larnay a Poitiers, un centro per bambini sordi gestito da religiose, dove la porta il padre in cerca d'aiuto. Suor Margherita (Isabelle Carré), per quanto malata di tubercolosi, spende ogni energia per aiutare Marie ad entrare in contatto con gli altri.
    All'inizio tutto è una guerra, ma la suora non si arrende e un giorno riesce a far capire il legame tra oggetto e linguaggio dei segni, usando come simbolo il coltellino a cui Marie è molto affezionata. La ragazza inizia a imparare ed esprimersi molto velocemente, ma la malattia di Suor Margherita si aggrava... Ameris aveva pensato inizialmente a raccontare nuovamente Helen Keller ("è una mia eroina da quand'ero teenager, ma i diritti costavano troppo"), poi è venuto a conoscenza della storia di Marie Heurtin, che ha dedicato la sua breve vita (è morta a 36 anni, di congestione polmonare) ad insegnare ad altri bambini. "Ho visitato per due anni l'istituto di Poitiers, che oggi non è più religioso ma è ancora in piena attività. La prima volta, quando sono entrato, quindici adolescenti mi sono venuti incontro per capire chi fossi. I ragazzi sordo-ciechi cercano il contatto fisico, una cosa sempre più rara nel mondo virtuale di oggi. C'era un'atmosfera gioiosa che ho cercato di riportare nel film". Nella storia "c'è molto poco di inventato, ho usato come fonte i diari di suor Margherita e il libro scritto da Marie dopo che aveva imparato anche il braille".
    Per la protagonista, che doveva essere il più vicina possibile a Marie, "ho trovato Ariane in un liceo, dopo 200 provini. E' stata la fortuna del film, è straordinaria".
    Marie Heurtin - Dal buio alla luce apprezzato dalla critica e dal pubblico in Francia, e sostenuto in Italia da realtà che lavorano per superare le barriere intorno alle persone affette da disabilità, come La lega del filo doro, Cinedeaf, L'Istituto Sociale Per Sordi di Roma, le cooperative Bing Bang e Eyes Made, sarà accessibile anche alle persone sorde e cieche, grazie alla disponibilità di copie speciali con i sottotitoli e l'app Movie Reading con audio descrizioni realizzate ad hoc.
   

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